Dal nucleare al fotovoltaico: inaugurato a Chernobyl un impianto solare nelle zone del disastro

Il sole dove si è consumata una tragedia: non solo uno slogan, ma un dato di fatto (e di speranza). Inaugurato a Chernobyl un impianto fotovoltaico nelle zone del disastro nucleare che nell’aprile del 1986 riversò nubi tossiche in tutta Europa, costringendo decine di migliaia di persone a evacuare. Il sistema, ora, alimenterà 2000 appartamenti in modo sicuro e sostenibile

Il sole dove si è consumata una tragedia: non solo uno slogan, ma un dato di fatto (e di speranza). Inaugurato a Chernobyl un impianto fotovoltaico nelle zone del disastro nucleare che nell’aprile del 1986 riversò nubi tossiche in tutta Europa, costringendo decine di migliaia di persone a evacuare. Il sistema, ora, alimenterà 2000 appartamenti in modo sicuro e sostenibile.

Chiamarlo incidente è decisamente riduttivo: quello che accadde quel terribile giorno fu un’immane tragedia, che ha avuto ripercussioni in tutta Europa per decenni e che ancora fa parlare di sé.

26 aprile 1986 alle ore 1.23 circa, presso la centrale nucleare V.I. Lenin: un “banale” test fallimentare, paradossalmente definito “di sicurezza”, provoca un numero incalcolabile di vittime, sul momento e negli anni successivi, a causa degli effetti irreparabili della contaminazione nucleare.

Trentuno operai e pompieri morirono subito dopo l’”incidente”, per effetti acuti da radiazioni. Ma altre migliaia più tardi si aggiunsero alla lista nera per malattie correlate, come il cancro, anche se il numero totale di morti e gli effetti a lungo termine sulla salute rimangono tuttora oggetto di un intenso dibattito.

Ma ora il sole dove si è consumata una tragedia. “Non è solo un altro impianto solareafferma infatti Evhen Variagin, amministratore delegato di Solar Chernobyl LLCÈ davvero difficile sottovalutare il simbolismo di questo particolare progetto […] Ora vediamo un nuovo germoglio, ancora piccolo, debole, che produce energia sul sito, e questo è meraviglioso”.

L’impianto fotovoltaico è da 1 Megawatt, e nasce da un progetto congiunto della compagnia ucraina Rodina con la tedesca Enerparc AG. Dal costo di circa 1 milione di euro, beneficia di tariffe feed-in, incentivi dovuti alla produzione di energia pulita che può essere immessa in rete.

chernobyl solare1

È la prima volta che il sito produce energia dal 2000, quando la centrale nucleare fu finalmente chiusa. E ora il tutto avviene in condizioni di sicurezza per le persone e l’ambiente, in un periodo in cui gli investimenti in energie rinnovabili sono in forte aumento in Ucraina. Secondo il governo, infatti, tra gennaio e settembre nel Paese sono stati aggiunti più di 500 MW di energia prodotta da fonti rinnovabili, più del doppio rispetto al 2017.

La Nazione ha inoltre approvato la nascita di una riserva di flora e fauna nella zona del disastro, con l’obbiettivo di preservare la biodiversità e riabilitare le aree contaminate, promuovendo contemporaneamente la ricerca scientifica internazionale.

Vita dove c’è stata morte. Nella speranza che simili tragedie non accadano più, partendo dalla dismissione totale di tutti gli impianti nucleari sparsi per il mondo.

Leggi anche:

Roberta De Carolis

Foto: Gleb Garanich/Reuters

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook