Il lato oscuro del litio: sai davvero cosa si nasconde dietro la sua estrazione?

Il litio è presentato come una soluzione energetica green verso un futuro più ecosostenibile. Ma è davvero così? Andiamo ad analizzare i lati oscuri e non detti nascosti dietro l’estrazione del litio che può avere impatti notevoli sia sull’ambiente che sulle comunità locali dove sono presenti miniere.

Con il passaggio all’energia pulita, il litio è diventato uno dei minerali più ricercati del pianeta. La sua estrazione è fondamentale per rifornire il mondo di batterie che vengono installate nei veicoli elettrici, sui dispositivi tecnologici e non solo. Questo metallo leggero viene reputato sì una soluzione energetica green, ma ci sono diversi lati oscuri nascosti che tutti noi dobbiamo conoscere.

Il processo di estrazione ha infatti sollevato parecchie preoccupazioni dal punto di vista etico ed ambientale. Andiamo dunque a fare chiarezza su tutto ciò che c’è da sapere, compreso l’impatto sull’ambiente e sulle comunità locali.

Dove si trova il litio?

Partiamo in primis dalle caratteristiche del litio. Si tratta di un metallo alcalino altamente reattivo che ha una conducibilità termica ed elettrica eccellente. Per questo viene impiegato in diversi ambiti tra cui la produzione di lubrificanti, vetro, prodotti farmaceutici e, soprattutto, per realizzare il catodo per le batterie agli ioni di litio che alimentano le auto elettriche e la stragrande maggioranza dell’elettronica di consumo.

Il litio, tuttavia, non si trova nella sua forma elementare, ma è presente come componente di sali o altri composti come carbonato di litio. I sali di litio sono presenti in depositi sotterranei di argilla, minerali e salamoia nonché nell’acqua di mare e nell’acqua geotermica. In maggioranza, comunque, il litio viene estratto dalle miniere. Le riserve più grandi si trovano in Cile, Argentina e Cile. Alcune significative sono poi in Australia e in Nord America, dove ci sono riserve di pegmatiti di spodumene, un tipo di roccia che contiene litio.

Vi sono infine anche i laghi salmastri – noti anche come “salar” – che presentano la più alta concentrazione di litio (da 1.000 a 3.000 parti per milione). Questi sono collocati principalmente in Bolivia, Argentina e Cile: il cosiddetto “triangolo del litio”.

Come avviene l’estrazione del litio?

L’estrazione del litio è un processo molto lungo e complicato che può durare da otto mesi fino a tre anni. Inizia con la perforazione di un foro e il pompaggio della salamoia in superficie. I minerali dissotterrati vengono poi lasciati all’aperto a evaporare per mesi, creando prima una miscela di manganese, potassio, borace e sali che viene filtrata e posta in un’altra vasca di evaporazione.

Ci vorranno tra i 12 e i 18 mesi perché la miscela venga filtrata a sufficienza per poter estrarre il carbonato di litio. Sebbene questa fase sia economica ed efficace, necessita di un dispendio di molta acqua (stimata in 500.000 galloni per tonnellata di litio estratto).

Proprio questo va a creare una forte pressione sulle comunità locali. Ad esempio, nel Salar de Atacama in Cile, l’attività estrattiva ha causato la perdita del 65% dell’acqua dolce della regione, mettendo a dura prova gli agricoltori locali che hanno dovuto rifornirsi altrove per continuare il loro lavoro.

estrazione_litio

@123rf

C’è litio a sufficienza nel mondo per una domanda in costante crescita?

Le riserve mondiali di litio sono stimate in circa 39 milioni di tonnellate. Il litio è un elemento relativamente raro, che costituisce solo lo 0,0017% della crosta terrestre. Tuttavia, si trova in diversi contesti geologici, tra cui i depositi di salamoia ricchi di litio e le pegmatiti di spodumene.

I primi sono la fonte più importante di litio e rappresentano circa il 60% delle riserve globali, mentre le pegmatiti di spodumene sono circa il 30%. La crescente domanda di litio per la produzione di batterie per veicoli elettrici e sistemi di accumulo di energia ha portato a un’impennata delle attività di esplorazione e sviluppo.

Ma ne abbiamo abbastanza per soddisfare la possibile transizione verso un futuro al 100% ad energia rinnovabile? Attualmente si stima che le riserve ad oggi conosciute siano sufficienti per soddisfare la domanda fino all’anno 2100. In tutto il mondo, però, si stanno individuando e sviluppando nuove risorse di litio, che probabilmente aumenteranno la base delle riserve globali.

L’impatto ambientale che deriva dall’estrazione del litio

Veniamo ora al punto focale: qual è il reale impatto dell’estrazione del litio? Abbiamo già accennato alla mancanza di acqua, ma non è l’unico problema. Dalle vasche di evaporazione possono fuoriuscire sostanze chimiche tossiche, come l’acido cloridrico, utilizzato nella lavorazione del litio, e altri prodotti di scarto che possono filtrare dalla salamoia. Negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, il litio viene solitamente estratto dalla roccia con metodi più tradizionali. Tuttavia, questo richiede ancora l’uso di sostanze chimiche per poterlo estrarre in forma utile. In Nevada, ad esempio, i ricercatori hanno trovato prove di inquinamento nei pesci che nuotavano a 250 km a valle di un luogo dedicato all’estrazione del litio.

Altra preoccupazione deriva dallo scarico di acqua salina nell’ambiente. Il processo che porta all’estrazione del litio dalla salamoia genera grandi volumi di acqua altamente salina che, se non gestita correttamente, può danneggiare gli ecosistemi locali andando ad impattare sul suolo e causando la contaminazione dell’aria.

Inoltre, in alcuni casi come in Cile, le compagnie minerarie sono state accusate di aver sfollato con la forza le comunità, violando i diritti delle popolazioni indigene. Non dimentichiamo infine che molte economie locali sono diventate dipendenti dall’industria mineraria, arrivando a soffrire nel momento in cui l’attività estrattiva rallenta.

Si è alla ricerca di tecnologie più ecologiche, ma è davvero così?

Per far fronte a queste problematiche si stanno cercando nuove alternative, primo tra tutti l’impiego di batterie chimiche che sostituiscano cobalto e litio con materiali più comuni e meno tossici. Tuttavia, anche in questo caso, non ci sono buone notizie per l’ambiente. Christina Valimaki, analista di Elsevier, ha dichiarato:

Un dispositivo meno durevole, ma più sostenibile, potrebbe comportare un’impronta di carbonio maggiore se si tiene conto del trasporto e dell’imballaggio supplementare necessario.

In alternativa sta emergendo la possibilità di riciclare gli ioni di litio, ma non mancano anche qui i problemi. I dispositivi elettronici indesiderati con le batterie ancora all’interno possono finire nelle discariche, dove i metalli tossici e i fluidi ionici possono disperdersi nei bacini idrici sotterranei.

Allo stesso tempo si sono avuti diversi incendi in impianti di riciclaggio dove le batterie agli ioni di litio sono state stoccate in modo improprio. Non sottovalutiamo nemmeno il fatto che i produttori mantengono molto riserbo su ciò che c’è contenuto nelle batterie, rendendo il processo di riciclo parecchio complesso.

La posta in gioco, dunque, è tanta e bisogna ancora capire con esattezza le conseguenze che questa domanda di litio in continua crescita avrà sull’ambiente e sulle comunità vicine alle miniere dove viene estratto. Con l’impennata della tecnologia che usa batterie al litio e dei veicoli elettrici, il fabbisogno aumenterà a dismisura. Sarà dunque necessario lo sviluppo di tecniche di estrazione più rispettose dell’ambiente, altrimenti questa risorsa “green”, di “green” avrà ben poco.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook