Fusione fredda: Mondaini, un altro concorrente dell’E-cat di Rossi?

Si apre l'era della fusione fredda fai da te? La nuova proposta di Rendo Mondaini, che con pochi semplici strumenti sostiene di aver realizzato la fusione fredda elettrolitica

Si chiama Renzo Mondaini il nuovo concorrente di Andrea Rossi nel campo della Fusione Fredda? Lo studioso ravennate, in tre video su YouTube racconta apertamente degli ultimi esperimenti da lui realizzati “a tempo perso”. Un perito elettronico che ha l’hobby di fare lo scienziato dilettante, come egli stesso si definisce. Nell’ultimo anno Mondaini si sarebbe dedicato alla fusione fredda elettrolitica, ossia ad una reazione nucleare a bassa energia non radioattiva. E la cosa più sensazionale, per noi che ormai ci siamo assuefatti al silenzio di Rossi sul funzionamento del suo E-Cat, è che il perito ravennate spiega passo passo il suo esperimento.

Per la fusione fredda elettrolitica, secondo Mondaini, serve un vaso di vetro con dentro dell’acqua, con disciolita una sostanza per renderla conduttiva. Al suo interno vengono immersi due elettrodi che andranno alimentati con una tensione continua superiore a 150 volt e regolabile.

fusione_fredda_elettrolitica

Secondo Mondaini, i due elettrodi devono essere asimmetrici, ossia l’anodo molto immerso e il catodo poco immerso, con un rappotto 1:5 e 1:6. E nella sua ricetta per rendere conduttiva l’acqua basta aggiungervi qualsiasi tipo di sale o di acido.

Non vanno bene lo sostanze organiche come lo zucchero, l’acido acetico, che non generano ioni in soluzione.

Spiega Mondaini nel video: “In questo modo si ha l’elettrolisi dell’acqua, idrogeno al catodo, ossigeno all’anodo, ma succede una cosa strana se sollevo il catodo. Si ha una concentrazione di ioni positivi di idrogeno, ossia protoni che se superano una certa densità di corrente innescano queste scintille. Se io invece abbasso l’elettrodo questa reazione si spegne e si esegue solo l’elettolisi dell’acqua“.

Ma aumentando la tensione fino a 350 volt, si ottiene una formazione di plasma.

E immergendo l’anodo positivo e il catodo negativo, con una tensione di 350 volt si innesca la fusione fredda elettrolitica. Ma invertendo i due elettrodi, immergendo prima il catodo e poi l’anodo, non si forma alcuna reazione. Avviene però che se si tocca il vetro con l’anodo l’energia sprigionata, se così si può definire, riesce a far fondere il vaso.

Infine, in un terzo video Mondaini spiega l’innesco della reazione.

Succede inoltre che mentre si esegue la fusione fredda elettrolitica una radio ad onde medie accese a breve distanza riceve numerosi disturbi elettromagnetici. E da qui Mondaini trae un’atra conclusione: “Se io con un analizzatore di spettro riesco a vedere quali emissioni radio vemngono emesse, io posso stabilire quale elemento è entrato in reazione in questo plasma che si forma introrno al catodo“. Con in prestito un buon analizzatore, Mondaini ha constatato che “vi sono delle emissioni particolari, c’è una emissione a 117 megaherz molto potente e ho capito che è dovuta alla molecola OH“.

Non sappiamo e non possiamo giudicare se davvero l’esperimento condotto da Mondaini possa diventare qualcosa di importante o addirittura rivoluzionario. Ma siamo curiosi di sapere cosa ne pensa a tal proposito Rossi, che già da qualche tempo invita a diffidare delle invenzioni fai-da-te. Paura della concorrenza, forse?

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