Comunità energetiche: via libera dell’UE, in arrivo più di 5 miliardi per finanziare gli impianti rinnovabili condivisi

Semaforo verde dalla Commissione Ue al decreto italiano sulle comunità energetiche rinnovabili, sbloccati oltre 5 miliardi di euro a sostegno della produzione e condivisione di elettricità da parte di famiglie, aziende e non solo: ecco tutte le misure previste

Si apre una nuova fase storica per la transizione verde del nostro Paese. Da Bruxelles è finalmente arrivato il via libera – atteso da mesi – al decreto del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer).

Finalmente questa realtà potrà diffondersi in modo capillare sul territorio italiano. Ogni cittadino avrà la possibilità di contribuire attivamente alla produzione di energia pulita, tagliando la produzione di emissioni inquinanti e beneficiandone da un punto di vista economico. L’autoconsumo di energia elettrica sarà sostenuto grazie a un maxi finanziamento – per un importo di 5,7 miliardi di euro (dei quali 2,2 milardi provenienti dal Pnrr) – concesso dall’Unione europea. Per quanto riguarda la potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

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Come chiariato in una nota del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, il decreto italiano si incentra su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. I benefici previsti sono destinati all’uso di tutte le tecnologie rinnovabili, fra cui il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.

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Come funzionano le Cer e chi può parteciparvi

Una comunità energetica non è altro che un’associazione formata da un gruppo di soggetti che decidono di unirsi con lo scopo di autoprodurre e condividere energia proveniente da fonti rinnovabili.

I membri della CER possono essere:

  • cittadini
  • enti locali
  • associazioni
  • cooperative
  • enti religiosi
  • piccole e medie imprese
  • terzo settore

I vantaggi delle Comunità energetiche

Condividere la produzione locale di energia porta ad una serie di benefici economici, ambientali e sociali non indifferenti, ovvero:

  • riduzione delle emissioni di CO2
  • alleggerimento dei costi in bolletta
  • contrasto alla povertà energetica
  • sviluppo dell’economia locale

Il contributo a fondo perduto per i piccoli comuni

Uno dei punti del decreto riguarda i piccoli comuni che contano meno di 5.000 abitanti dove si intende creare delle Comunità energetiche. A questi viene concesso un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno già esistente.

Come accedere agli incentivi

Per usufruire degli incentivi bisogna:

  • individuare una zona in cui realizzare l’impianto e altri utenti (connessi alla stessa cabina primaria) a cui associarsi.
  • creare una CER con uno statuto o un atto costitutivo
  • verificare con il Gestore Servizi Energetici se il progetto è ammissibile
  • ottenere l’autorizzazione per installare e rendere operativo l’impianto
  • richiedere l’agevolazione

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Fonti: Ministero dell’Ambiente/Commissione Ue

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