Così il Belgio allungherà di 10 anni la vita dei suoi reattori nucleari contro la crisi energetica europea

Il governo ha annunciato, unitamente ad un piano per l'intensificazione dell'energia "pulita", anche il mantenimento di alcuni vecchi reattori, la cui chiusura era stata prevista per il 2025

Solo qualche mese fa (a dicembre 2021) vi avevamo parlato della decisione del governo belga di chiudere i reattori nucleari più vecchi ancora attivi nel Paese, delle centrali di Doel e Tihange, entro il 2025. Ora però, alla luce degli eventi bellici che stanno investendo l’Europa orientale e che minano la sicurezza energetica del Paese, la chiusura dei reattori è stata procrastinata di ulteriori dieci anni.

Il governo belga, quindi, adotterà tutte le misure necessarie per permettere ai reattori Doel 4 e Tihange 3 di continuare a produrre energia (per la portata di 2 GW) fino al 2035. Entro la fine di questo mese, il progetto di legge relativo a questo allungamento della vita dei vecchi reattori sarà sottoposto all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, insieme al nuovo regolamento relativo ai requisiti di sicurezza per gli impianti nucleari.

Il governo belga assicura che questa decisione non inficerà o rallenterà in alcun modo il percorso già intrapreso a livello nazionale verso le fonti energetiche rinnovabili, che continuerà parallelamente – come spiegato in una nota dal Primo Ministro, Alexander De Croo:

Il governo federale ha deciso di adottare le misure necessarie per prolungare di dieci anni la vita di due reattori nucleari. Questa estensione dovrebbe consentire di rafforzare l’indipendenza del nostro Paese rispetto ai combustibili fossili in un contesto geopolitico caotico. Viene dato impulso anche alla transizione verso le energie rinnovabili attraverso ulteriori investimenti in eolico offshore, idrogeno, energia solare e mobilità sostenibile.

Per dimostrare il proprio impegno in direzione delle fonti rinnovabili, il governo ha annunciato un piano di investimenti da 1,1 miliardi di euro per dare un sostegno concreto alla transizione verso la neutralità climatica. Tali fondi saranno investiti in progetti nell’eolico offshore, nell’idrogeno, nell’energia solare e nella mobilità sostenibile, ma anche nella realizzazione di piccoli reattori modulari (molto più piccoli dei tradizionali reattori ed in grado di generare una quantità di scorie molto contenuta).

Attualmente, le centrali nucleari belghe coprono quasi la metà del fabbisogno elettrico del Paese e, in un momento difficile per l’approvvigionamento energetico come quello che tutta Europa sta vivendo, risulta difficile immaginare fonti energetiche alternative che possano coprire sin da subito questo deficit energetico.

Lo scorso gennaio l’Agenzia federale per il controllo nucleare (FANC) aveva presentato al governo belga la propria analisi relativa alla possibile estensione della attività dei reattori Doel 4 e Tihange 3, elencando le decisioni da prendere nel breve e medio termine per permettere ai reattori di funzionare più del previsto, ovvero oltre il termine del 2025. Tali decisioni sono state denominate dalla FANC “Piano B”.

Con buona pace delle rinnovabili…

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Fonti: Reuters / FANC / Premier.be

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