“Ecosistema incendi 2010” di Legambiente: roghi in calo grazie a prevenzione e controlli, ma resta l’allarme al sud e sulle isole

Il numero degli incendi che ogni estate devasta boschi e pinete italiane tende progressivamente a diminuire, ma il fenomeno desta comunque grande preoccupazione, specie al sud e sulle isole. È quanto emerge dall’ultimo dossier reso noto da Legambiente sull’ecosistema incendi 2010 nel nostro Paese.

Il numero degli incendi che ogni estate devasta boschi e pinete italiane tende progressivamente a diminuire, ma il fenomeno desta comunque grande preoccupazione, specie al sud e sulle isole. È quanto emerge dall’ultimo dossier reso noto da Legambiente sull’ecosistema incendi 2010 nel nostro Paese.

Nel 2009 infatti in Italia il numero dei roghi è sceso sensibilmente, passando dai 6.479 del 2008 ai 5.422 dello scorso anno, ma in alcune regioni – come la Sardegna – la situazione resta allarmante: solo nell’ultimo anno sono bruciati 37.000 ettari di suolo, ovvero più della metà di tutta la superficie italiana colpita dagli incendi.

In particolare, nel sassarese, lo scorso anno – tra il mese di luglio e quello di agosto -sono bruciati oltre 17.000 ettari di territorio.

Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo nelle singole realtà locali…
Lo scorso anno il fenomeno degli incendi ha investito brutalmente il 16% dei comuni del nostro Paese, contro il 19% dell’anno precedente: un risultato positivo soprattutto per alcune regioni, come l’Umbria, dove negli ultimi due anni il numero dei comuni interessati dal dramma incendi è sceso del 70%.
Ma anche la Basilicata ha ottenuto grandi esiti, dimezzando il numero dei municipi colpiti, mentre la Puglia ha ridotto di un terzo.

Ciò nonostante, la superficie totale percorsa dalle fiamme è aumentata, passando dai 65.393 ettari del 2008 agli attuali 73.360. Un fenomeno che diminuisce nel numero di realtà, ma cresce come estensione:

È evidente che gli incendi continuano ad essere una piaga in alcune aree del nostro Paese – ha commentato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e in particolare nelle regioni meno attive dal punto di vista della prevenzione. Il catasto delle aree percorse dal fuoco è l’unico strumento in grado di monitorare il territorio impedendone lo sfruttamento a fini speculativi ma se non viene istituito gli incendiari avranno sempre una ragione per appiccare incendi. Certo è che per salvaguardare un vasto e importante patrimonio boschivo come quello italiano servono finanziamenti – ha concluso Cogliati Dezza – e i continui tagli agli enti locali, protagonisti nelle attività di prevenzione e di primo intervento da terra sui roghi, di sicuro non aiutano a svolgere questo compito”.

Intanto – per fortuna – continua ad aumentare il numero di territori comunali bruciati dalle fiamme che vengono puntualmente segnalati al catasto e quindi tutelati dalla Protezione Civile.

Tra le regioni dei comuni più virtuosi, che hanno ottenuto le bandiere “Bosco Sicuro” per aver applicato pienamente la legge quadro 353/2000, ricordiamo la Campania, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna,Toscana e Veneto. In particolare va evidenziato il comune di Nardò (Le) che ha ricevuto il riconoscimento per il secondo anno consecutivo.

 

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