Ecoreati, la fotografia di Legambiente: in 8 mesi 947 reati penali

Ecoreati. A otto mesi dall’introduzione della legge sugli ecoreati, Legambiente traccia un bilancio della situazione italiana: sono 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertate, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.

Ecoreati. A otto mesi dall’introduzione della legge sugli ecoreati, Legambiente traccia un bilancio della situazione italiana: sono 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertate, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.

Secondo il dossier sugli ecoreati dal titolo “Ecogiustizia è fatta”, in ben 118 casi è stato contestato il delitto di inquinamento e per ben 30 volte quello di disastro ambientale. È il Lazio la regione in cui sono stati accertati più ecoreati, ovvero 134, seguito poi dalla Campania con 95 e la Toscana con 73.

Sul fronte dei sequestri, il maggior numero è stato riscontrato in Puglia (28) seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).

Dal 29 maggio 2015 al 31 gennaio 2016 sono stati effettuati 4718 controlli con conseguente denuncia di 948 persone.

I primi 8 mesi di applicazione delle nuove norme stanno già dimostrando l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio. Sarà necessario, ovviamente, del tempo per verificare quanto sia cambiata, in profondità, la storia delle attività di prevenzione e repressione dei fenomeni d’illegalità ambientale nel nostro Paese. Ma le indicazioni contenute in questo primo bilancio consentono già oggi di affermare che l’impianto legislativo sta facendo davvero da spartiacque nel nostro Paese “in nome del popolo inquinato”, si legge nel dossier sugli ecoreati.

Ricordiamo che grazie alla legge 68 del 29 maggio 2015, vengono considerati reati ambientali non solo l’inquinamento e il disastro ambientale, ma anche morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e omessa bonifica.

L’associazione ambientalista nel dossier lancia poi 8 proposte per rendere più incisiva l’azione di prevenzione e contrasto dell’illegalità ambientale.

1) Formare sulla nuova legge tutti gli attori del sistema di repressione dei reati ambientali (forze dell’ordine e Capitanerie di porto, magistrati, Arpa, polizia municipale, aree protette);
2) Definire linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione della parte delle legge sui reati minori che non rientrano tra i delitti ambientali, fino ad oggi non completamente garantita;
3) Istituire un Fondo nazionale presso il ministero dell’Ambiente dove far confluire le sanzioni per i reati minori da utilizzare solo per bonificare i siti orfani sul modello del Superfund statunitense;
4) Potenziare le attività d’indagine contro gli ecoreati attraverso un corpo di polizia ambientale specializzato e sempre più strutturato sul territorio, approfittando della definizione del decreto sull’accorpamento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei carabinieri;
5) Approvare definitivamente il progetto di legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente calendarizzato in aula al Senato per il prossimo 5 aprile per migliorare il sistema dei controlli pubblici in campo ambientale;
6) Approvare una legge efficace per lo stop al consumo di suolo e definire quanto prima nuove regole per procedere in modo più spedito all’abbattimento degli ecomostri e delle costruzioni abusive;
7) Calendarizzare la discussione del testo sulle agromafie, in corso di definizione dal gruppo di lavoro costituito del ministro della Giustizia Andrea Orlando e presieduto da Giancarlo Caselli;
8) Lavorare per la definizione dei delitti contro gli animali, recuperando il lavoro fatto durante la fase di discussione della legge sugli ecoreati.

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Dominella Trunfio

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