Il caso dell’ecomostro apparso sul litorale della Sardegna per le nozze del principe di Giordania: “è stato montato in un’area costiera tutelata”

Cosa ci fa un gazebo mastodontico nell'eden naturale di Cala Finanza? L'ecomostro comparso sulla costa sarda sta facendo discutere cittadini e ambientalisti, che chiedono chiarezza sulle autorizzazioni concesse. Nella struttura si terrà la festa di nozze del principe di Giordania

Sul litorale sardo di Cala Finanza (Sassari), di fronte all’incontaminata isola di Tavolara, ha fatto la sua “apparizione” una gigantesca struttura a forma di parallelepipedo. No, nessuna magia. Il capannone, montato provvisoriamente, ospiterà l’esclusiva festa di nozze del figlio del re di Giordania, Al Hussein, che si svolgerà agli inizi di giugno.

Nessuno si aspettava di vedere un ecomostro del genere in tubolari d’acciaio, alto oltre 10 metri e lungo almeno una 50ina di metri, in un piccolo paradiso naturale. Eppure è successo. A denunciare quest’assurda vicenda l’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico (Grig), che due giorni fa ha inoltrato una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti per verificare la sussistenza o meno delle necessarie autorizzazioni amministrative per la struttura in questione.

La richeista è stata inoltrata al Ministero della Cultura, alla Regione Sardegna, al Comune, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari, Guardia costiera e Corpo forestale regionale. GriG ha anche informato la procura della Repubblica di Tempio Pausania.

“L’area costiera è tutelata con vincolo paesaggistico, nonché con vincolo di conservazione integrale e come tale è stata classificata nel piano paesaggistico regionale” fa sapere la Onlus, auspicando rapidi accertamenti.

Il nodo delle autorizzazioni

A quanto pare, neanche l’amministrazione comunale di Loiri Porto San Poalo era a conoscenza della realizzazione del gigantesco gazebo.  Come riportato dall’Ansa, l’ufficio tecnico del comune la Polizia locale erano stati informati del matrimonio e l’unica autorizzazione richiesta da parte della famiglia reale di Giordania riguardava l’occupazione dei parcheggi della zona.

Ma è stata negata perché l’area è a disposizione dei cittadini – specifica il primo cittadino Francesco Lai – Ora stiamo aspettando gli esiti degli accertamenti effettuati perché parrebbe che per strutture temporanee di questo tipo, abbiamo appurato che non c’è un centimetro di cenmento, non ci sia bisogno di autorizzazioni. Di certo posso dire che saremo ligi affinché la struttura sia rimossa subito dopo l’evento.

L’associazione Gruppo d’intervento giuridico si augura che venga fatta luce al più presto su questa vicenda, che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente.

Gli attivisti del Grig hanno già assicurato che vigileranno sull’accaduto e che sono disposti ad andare fino in fondo.

Su Tavolara abbiamo già in corso, come parte civile, un processo per un abuso edilizio sull’isola, da noi denunciato – ricorda il portavoce Stefano Deliperi – Se sarà il caso, anche questa volta siamo pronti a intraprendere le vie legali necessarie a far rispettare le regole che tutelano l’ambiente.

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Fonti: Grig Onlus/Ansa

 

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