“Danni senza precedenti”: cosa sta accadendo al gasdotto Nord Stream e perché è così determinante per tutto il mondo

La notizia delle fughe di gas dai gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 sta rimbalzando su tutti i giornali del mondo, mentre l'Ue e la Russia si scambiano accuse. Ma cosa è successo esattamente? Qual è l'impatto economico e ambientale di quello che potrebbe essere stato un atto di sabotaggio?

Il clima si fa sempre più teso in Europa. Questa volta a destare grandi preoccupazioni sono delle fughe di gas, provenienti dai gasdotti sottomarini Nord Stream 1 e 2. A lanciare l’allarme la scorsa domenica è stata la Danimarca facendo parlando di incidenti che però fortunatamente non hanno avuto alcun impatto sulla fornitura di gas al Paese, che parla di guasti causati da “atti deliberati”.

Sia in Svezia che in Danimarca le stazioni di misurazione sismologica hanno registrato nella giornata di lunedì forti esplosioni sottomarine proprio nella zona – nei pressi dell’isola di Bornholm – in cui si sono verificate le perdite di gas.

La conferma dei danni al gasdotto è poi arrivata dall’operatore della rete Nord Stream ag, che attraverso una nota diffusa ieri ha fatto sapere:

La significativa caduta di pressione causata dalla fuga di gas su entrambe le linee del gasdotto registrata ieri fa ipotizzare un forte danno fisico del gasdotto.

E al momento risulta impossibile stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino, come spiegato dall’operatore. In queste ore stanno circolando diverse versioni su quanto accaduto nel Mar Baltico e si sta assistendo ad uno scambio di accuse tra Russia e Paesi europei. Per il governo di Kiev si tratta chiaramente di  “un attacco terroristico pianificato”.

Per ora l’ipotesi di un atto di sabotaggio sembra la più accreditata ed è la pista che stanno seguendo sia le indagini avviate dalla Germania che quelle di Mosca.

L’impatto dei danni ai gasdotti Nord Stream sull’Europa

A causare gli incidenti, che hanno portato a danni senza precedenti ai gasdotti, potrebbero essere stati dei sommozzatori o potrebbe essere stato utilizzato un sommergibile. Sull’origine delle fughe di gas per adesso non vi è alcuna certezza e saranno le indagini a fare luce sulla vicenda. Quel che è certo, però, è che si tratta di un evento molto grave e che potrebbe avere un impatto a lungo termine sulle forniture di gas nell’Unione europea.

Ma che ruolo hanno esattamente i due gasdotti?  Il Nord Stream 1 è un gasdotto sottomarino lungo 1224 km che parte da Vyborg, in Russia per arrivare fino a Greifswald, in Germania, dove è connesso alla rete onshore tedesca e da qui si collega al resto dell’Europa Continentale. Il gasdotto può trasportare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, 27,5 per condotto.

Attualmente il Nord Stream 1 gestito da non è più in funzione da agosto, da quando è stato chiuso dalla società russa di gas Gazprom ufficialmente a causa di una serie di riparazioni da effettuare, ma la mossa è sembrata più una reazione alle sazioni imposte dall’Unione europea nei confronti di Mosca.

L’altro gasdotto, il Nord Stream 2, invece è stato completato lo scorso anno ma non è mai stato messo in funzione a causa della crisi fra Ue e Russia.

Oltre ad acuire le tensioni fra Mosca e i Paesi europei, la situazione che si è verificata nel Mar Baltico sta avendo un impatto molto pesante.  A seguito delle fughe di gas i costi sono schizzati alle stelle: ad Amsterdam è balzato sopra i 200 euro toccando i 207 euro al megawattora (+19%).

A lanciare l’allarme sugli effetti della fuoriuscita di gas il professor Grant Allen dell’Università di Manchester, esperto di gas naturale. Come spiegato da Allen ai microfoni del giornale New Scientist, le perdite potrebbero essere così importanti e la colonna di gas in acqua così violenta da limitare l’azione mitigatrice dei batteri presenti in mare. Insomma, che si tratti di un incidente o di un attacco deliberato, ancora una volta a farne le spese dell’attività umana saranno gli ecosistemi marini.

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Fonti: Danish Defence /Nord Stream /New Scientist

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