Il tribunale respinge la proposta di trivellazione dell’Artico di Trump: vincono gli orsi e il clima!

La corte di Giustizia degli Stati Uniti ha detto no al progetto volto alla creazione di un'isola artificiale per estrarre petrolio offshore

La corte di Giustizia degli Stati Uniti ha detto no al progetto Liberty di Hilcorp in Alaska colpevole di violare la legge federale, ignorando i cambiamenti climatici. Il progetto, voluto dall’amministrazione Trump, aveva lo scopo di trivellare le acque dell’Artico in barba ai rischi per il delicato ecosistema e i suoi abitanti, tra cui gli orsi polari a rischio estinzione.

“La notizia di oggi è una vittoria per gli orsi polari in pericolo dell’Alaska che sono minacciati dallo sviluppo di petrolio e gas in quasi tutto il loro habitat critico terrestre, nell’Arctic National Wildlife Refuge, nella National Petroleum Reserve-Alaska e anche nell’ambiente marino vicino alla costa”, ha detto Nicole Whittington-Evans, direttore del programma Alaska, Defenders of Wildlife. “Continueremo la nostra lotta contro le trivellazioni distruttive di petrolio e gas e per la sopravvivenza degli orsi polari nell’Artico”.

Nei giorni scorsi, la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il 9° Circuito ha respinto l’approvazione dell’amministrazione Trump del primo sviluppo di perforazione petrolifera offshore nelle acque artiche federali.

L’Hilcorp aveva ricevuto nel 2018 il via libera per la costruizione e la gestione deil controverso progetto Liberty che consisteva nella realizzazione di un’isola artificiale di quasi 10 ettari e di un oleodotto di 5,6 miglia sotto le acque artiche per inviare il petrolio a terra tramite condotte. La compagnia infatti prevedeva di creare non solo l’isola ma anche dei pozzi e un gasdotto lungo la costa dell’Alaska nel mare di Beaufort.

Ciò avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita degli orsi polari e delle comunità artiche in caso di fuoriuscite di petrolio nel delicato tratto di mare. Una decisone che non era piaciuta a tante associazioni e ONG che avevano intentato causa contro il Governo, dal Center for Biological Diversity a Friends of the Earth, da Greenpeace a Defenders of Wildlife e Pacific Environment, tutti rappresentati da Earthjustice.

Due anni di puro terrore ma adesso questo 2020 si chiude con un atto di giustizia che sembra quasi far voltare pagina, insieme alla fine dell’era Trump e dei numerosi regali alle lobby del petrolio. In particolare,  il tribunale ha stabilito che l’amministrazione Trump non aveva considerato adeguatamente gli impatti climatici del progetto, come richiesto dal National Environmental Policy Act. In particolare, la Corte ha respinto l’uso improprio della modellizzazione economica da parte dell’amministrazione per giungere alla conclusione che questo progetto avrebbe giovato al clima. Sembra uno scherzo ma è davvero così.

“Sono lieto che oggi il tribunale abbia respinto l’analisi imprecisa e fuorviante dell’amministrazione sull’impatto di questo progetto sul clima”, ha detto l’avvocato di Earthjustice Jeremy Lieb. “Di fronte a un peggioramento della crisi climatica, il governo federale non dovrebbe occuparsi di approvare l’irresponsabile sviluppo petrolifero offshore nell’Artico. Il mondo non può permettersi di sviluppare nuove prospettive petrolifere da nessuna parte, ma soprattutto nell’Artico dove il riscaldamento sta già avendo un bilancio così significativo”.

La Corte ha anche ritenuto che il Fish and Wildlife Service avesse violato l’Endangered Species Act non avendo analizzato adeguatamente gli effetti del progetto sugli orsi polari. Secondo i giudici, l’agenzia si è basata arbitrariamente su misure di mitigazione incerte per giungere alla conclusione che il progetto non avrebbe messo a repentaglio gli orsi polari, senza considerare adeguatamente il danno che invece avrebbe potuto arrecare loro anche il rumore.

“Questo progetto era un disastro in attesa di accadere che non avrebbe mai dovuto essere approvato. Sono entusiasta che il tribunale abbia fermato il tentativo dell’amministrazione Trump di portare avanti questo progetto senza studiarne attentamente i rischi” ha aggiunto Kristen Monsell, direttore legale del Center for Biological Diversity.

“La decisione di oggi è una vittoria per il pianeta e la sua gente. La sentenza afferma che gli Stati Uniti devono adottare misure per abbandonare il petrolio e il gas se vogliamo avere qualche speranza di fermare la crisi climatica “, ha concluso Tim Donaghy, esperto di ricerca senior di Greenpeace. “Se vogliamo creare un futuro giusto, verde e pacifico, dobbiamo iniziare rifiutando progetti distruttivi come Liberty. L’azione per il clima deve avvenire ora e l’amministrazione Biden deve mantenere la sua promessa di fermare qualsiasi nuovo leasing di petrolio e gas su terre e acque federali”.

Speriamo che la fine dell’era Trump coincida con l’inizio di un cammino sempre meno basato sulle fonti fossili, negli Usa come nel resto del mondo.

Fonti di riferimento: BiologicaldiversityDefenders, Greenpeace

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