Se il Commissario europeo per il clima difende il CEO di una compagnia petrolifera, scelto per presiedere la Cop28

Anche se Sultan Ahmed Al Jaber è l'amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, è “estremamente ben posizionato per condurci a una COP di successo” per il suo coinvolgimento nel mondo delle energie rinnovabili. Spiazzano le parole di Frans Timmermans, il Commissario europeo per il clima e del Green Deal europeo dal 2019

Il presidente entrante è nella posizione ideale per svolgere un ruolo di primo piano in questa enorme, enorme transizione”, così Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea alla guida del Green Deal europeo e delle politiche di azione legate al clima, parla di Sultan bin Ahmed Al Jaber, all’indomani della sua nomina a presidente della prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la COP28, che si terrà negli Emirati Arabi Uniti a dicembre 2023.

[Le persone] dovrebbero esaminare cosa ha fatto negli ultimi anni. Ha guidato la carica per portare anche l’industria petrolifera e del gas in un mondo sostenibile, dice Timmermans.

Gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la COP28 alla fine dell’anno e hanno scelto proprio Sultan Ahmed Al Jaber a capo del vertice mondiale. Al-Jaber, già ministro dell’Industria e della Tecnologia e inviato speciale per il clima degli Emirati Arabi Uniti, avrà quindi un ruolo centrale nei negoziati e dovrà raggiungere un consenso sui punti principali, come la riduzione delle emissioni di CO2, l’abbandono progressivo dei combustibili fossili e la messa a terra del nuovo fondo per le perdite e i danni (Loss and damage) approvato alla COP27 di Sharm el-Sheik.

Ma come potrà proprio lui? I suoi legami con l’industria petrolifera non si possono non tener presenti.

Greenpeace è profondamente allarmata per la nomina di un amministratore delegato di una compagnia petrolifera a guidare i negoziati sul clima globale, dice Tracy Carty, esperta di politica climatica globale di Greenpeace International.

Questo crea un pericoloso precedente, mettendo a rischio la credibilità degli Emirati Arabi Uniti e la fiducia che è stata riposta in loro dalle Nazioni Unite a nome delle persone, delle generazioni attuali e future. La COP28 deve concludersi con un impegno senza compromessi per una giusta eliminazione di tutti i combustibili fossili: carbone, petrolio e gas, ha aggiunto.

Leggi anche: COP27: approvato il fondo Loss and Damage per i danni dei cambiamenti climatici

Guardate il suo cv – ribatte Timmermans. Vedrete che questo è un uomo che si trova in una buona posizione per portarci in una COP28 di successo

Oltre ad essere amministratore delegato di una compagnia petrolifera, Al Jaber è il presidente anche di Masdar, la “compagnia di energia rinnovabile di punta” di Abu Dhabi , fondata nel 2006.

Secondo il sito web dell’azienda, questa una delle società di energia rinnovabile in più rapida crescita a livello globale, che opera in oltre 40 Paesi. Nel 2021, ha ampliato il suo portafoglio di energia pulita del 40% fino a una capacità totale di 15 gigawatt, che secondo lui può mitigare 19,5 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno. Entro il 2030, l’azienda mira ad avere 100 gigawatt nel suo portafoglio e produrre un milione di tonnellate di idrogeno verde.

Parlando alla cerimonia di apertura (tweet sotto) dell’assemblea dell’IRENA sabato, Al Jaber ha detto ai delegati che c’è molto lavoro da fare per colmare il divario tra ambizione e realtà e, in questo sforzo, “nessun settore offre tanto potenziale quanto l’energia rinnovabile”.

Tutto questo mentre è notizia nota che gli Emirati Arabi Uniti hanno la quarta più grande impronta di carbonio pro capite al mondo dopo Qatar, Bahrain e Kuwait. Nel 2019 sono stati il settimo produttore di petrolio al mondo, con ricavi da esportazione che hanno superato i 70 miliardi di dollari.

Il Climate Action Tracker valuta anche l’azione verde del Paese come “altamente insufficiente” e rende noto che, mentre il Paese ha aggiornato il suo obiettivo ai sensi dell’Accordo di Parigi alla COP27, “sta anche pianificando un aumento significativo della produzione e del consumo di combustibili fossili, che non è coerente con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C“.

emirati arabi

©Climate Action Tracker

Qualsiasi Paese costruisca la propria economia attorno al petrolio, al gas o al carbone mette a grave rischio il proprio futuro e Timmermans ha fatto eco a questo, dicendo che il mondo si sta allontanando dalla struttura economica e sociale dominata dai combustibili fossili. Ma conclude:

Sarebbe l’ideale se persone come [Al Jaber] potessero portare i loro colleghi dell’industria petrolifera e del gas nella stessa direzione in termini di comprensione del fatto che anche questo settore ha bisogno di incorporare nuove realtà nel modo in cui funziona.

Siamo proprio curiosi di vedere come andrà a finire la COP28.

Leggi il nostro Speciale COP27

Fonte: EURACTIV

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