Le emissioni delle lobby fossili saranno responsabili di 11,5 milioni di morti entro il 2100 per eccesso di calore, lo studio

Secondo uno studio dell’ong Global Witness, le emissioni legate alle principali aziende del petrolio e del gas potrebbero causare milioni di morti per calore entro il 2100

Le emissioni derivanti dalla combustione di petrolio e gas prodotte dalle principali compagnie di combustibili fossili del mondo potrebbero causare milioni di morti per eccesso di calore prima della fine del secolo.

A rilevarlo è un nuovo studio della ong Global Witness, che ha analizzato le emissioni combinate dei combustibili fossili prodotti da Shell, BP, TotalEnergies, ExxonMobil e Chevron ( le cinque più grandi società integrate di petrolio e gas del settore privato in base ai ricavi al 2023, secondo i dati di Thompson Reuters tramite Statista), calcolando che potrebbero causare 11,5 milioni di morti in eccesso a causa del caldo entro il 2100.

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Ogni 0,1°C di riscaldamento sarà letale. A meno che le supermajor non cambino rapidamente rotta, il bilancio delle vittime sarà paragonabile ad alcune delle guerre più brutali della storia. Non possiamo lasciare che siano loro a decidere. I governi devono intervenire, mitigare l’impatto del caldo estremo e accelerare urgentemente la transizione dai combustibili fossili, afferma Sarah Biermann Becker, ricercatrice senior di Global Witness.

Il report

Il rapporto ha utilizzato il modello del costo di mortalità del carbonio ideato dagli accademici della Columbia University. Si calcola che in uno scenario ad alte emissioni – che si può prevedere se non verranno intraprese azioni concertate per ridurre rapidamente il riscaldamento – ci saranno 226 morti per eccesso di calore in tutto il mondo per ogni milione di tonnellate di carbonio rilasciato.

Sono stati poi esaminati i dati dei principali analisti di Rystad Energy per calcolare le emissioni dai combustibili fossili previste e si è calcolato che, insieme, aggiungeranno 51 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’atmosfera entro il 2050. Tutto ciò, quindi, si tradurrebbe in .11,5 milioni di morti per eccesso di calore entro la fine del secolo.

lobby petrolio

L’analisi ha rilevato che se il mondo gestisse uno scenario di emissioni più basse, raggiungendo lo zero netto a livello globale entro il 2050, i decessi in eccesso associati alla produzione delle aziende arriverebbero a circa 5,5 milioni di persone.

E non solo: gli esperti sottolineano, infine, che le morti per calore saranno solo uno dei risultati della mancata rapida transizione dai combustibili fossili insieme ad altri disastri come la carenza di cibo, le inondazioni e le turbolenze politiche ed economiche.

Le risposte delle lobby

Secondo quanto si legge su The Guardian, in risposta all’analisi di mercoledì, TotalEnergies ha riferito che continuerà a investire in nuovi progetti petroliferi, ma insieme a Shell (che ha messo in dubbio parte della metodologia utilizzata nell’analisi) e a BP afferma di investire anche in energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. La BP ha aggiunto che, poiché non aveva fissato la produzione di petrolio e gas oltre il 2030, le previsioni basate sui suoi piani fino al 2050 non sarebbero valide.

BP e Shell hanno affermato di aver compiuto progressi nella riduzione delle emissioni derivanti dalle loro attività. Un portavoce di Shell ha aggiunto:

Il ritmo della transizione dipende dall’azione in molti settori, tra cui la politica del governo, il cambiamento della domanda dei clienti e gli investimenti in energia a basse emissioni di carbonio. Il nostro obiettivo è fare la nostra parte in una transizione energetica equilibrata, in cui il mondo raggiunga zero emissioni nette senza compromettere la fornitura di energia sicura e conveniente, che ha migliorato così tante vite e di cui le persone continueranno ad aver bisogno oggi e per molti anni a venire.

Exxon e Chevron non hanno risposto alle richieste di commento.

QUI il rapporto completo.

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