Giugno bollente: superato nuovo record di caldo (ed è allarme anche per le temperature marine) 

Giugno da bollino rosso. Già all'inizio del mese sono stati toccati picchi di calore senza precedenti, sempre più calde anche le acque oceaniche (anche per via dell'influenza di El Niño)

Quello che si sta per concludere è un mese da record, ancora una volta per questioni climatiche. Nei primi giorni di giugno sono state registrate le temperature medie globali più alte di sempre per il periodo. È quanto emerge dal monitoraggio Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea.

E non va affatto meglio per la superficie marina. Dopo il record dello scorso mese, stanno raggiungendo livelli senza precedenti per questo periodo dell’anno, in particolare nel Nord Atlantico.

“A livello globale, le temperature della superficie del mare sono in media di 0,2 gradi più alte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ciò ha un costo, compresi i probabili impatti sui modelli meteorologici, l’intensificazione dei cicloni e la perdita di biodiversità, come lo sbiancamento della barriera corallina” mette in guardia Anthony Rea, direttore delle infrastrutture presso l’Organizzazione meteorologica mondiale e capo del Global Climate Observing System.

A preoccupare gli scienziati anche l’estensione del ghiaccio marino antartico, che per la terza volta nel 2023 ha raggiunto un valore mensile minimo record rispetto al periodo dell’anno registrato dai dati satellitari, con un 17% al di sotto della media.

Leggi anche: Oceani bollenti: registrate le temperature più alte di sempre per il mese di maggio (ed è allarme anche per il ghiaccio antartico)

L’influenza di El Niño

A rendere le temperature eccezionalmente elevate, oltre alla crisi climatica, anche l’influenza di El Niño, che – come confermato dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – è ufficialmente tornato.

Il fenomeno climatico, che provoca intense ondate di calore, andrà ad intensificarsi gradualmente nell’arco dei prossimi mesi, fra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Per avere dati più precisi sul suo andamento e sulle conseguenze nelle diverse aree del Pianeta bisognerà attendere il prossimo bollettino dell’Organizzazione meteorologica mondiale, che verrà pubblicato agli inizi di luglio.

Il caldo record di maggio ha già avuto effetti molto nefasti in zone come il Nord America, colpite da terribili roghi. Nelle sorse settimane gli incendi hanno mandato in fumo 6 milioni di acri di foreste canadesi, facendo balzare i livelli di inquinamento anche negli Usa.

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Fonte: WMO

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