Il Ceta non viola il diritto europeo: la prima vittoria dell’accordo commerciale tra Ue e Canada

Il CETA non viola il diritto europeo. Il primo via libera all’arbitrato tra aziende e Stati nell’ambito degli accordi commerciali tra Unione europea e Canada arriva dall’avvocato generale della Corte di giustizia Ue. Secondo Yves Bot, il meccanismo sarebbe compatibile con le normative in vigore.

Il CETA non viola il diritto europeo. Il primo via libera all’arbitrato tra aziende e Stati nell’ambito degli accordi commerciali tra Unione europea e Canada arriva dall’avvocato generale della Corte di giustizia Ue. Secondo Yves Bot, il meccanismo sarebbe compatibile con le normative in vigore.

“L’accordo non pregiudica l’autonomia del diritto dell’Unione e non pregiudica il principio della competenza esclusiva della Corte di giustizia nell’interpretazione definitiva del diritto dell’Unione. Il meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato previsto dall’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Canada è compatibile con la normativa dell’UE”.

Non ci sono troppi giri di parole, secondo l’avvocato generale, l’Isds ovvero la procedura di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati prevista dal CETA, non viola il diritto comunitario. Al contrario di quanto sostenuto dalla causa promossa nel settembre 2017 dal Belgio e in prima istanza dal governo italiano.

Vediamo cosa era successo e come si è arrivati alla Corte di Giustizia europea. L’Isds era stato contestato dal Parlamento della Vallonia guidato da Paul Magnette. In quell’occasione la Vallonia chiedeva appunto se la procedura fosse o meno in linea con il diritto comunitario.

Il governo regionale aveva espresso dubbi sugli effetti della procedura sulla competenza esclusiva della Corte nell’interpretazione del diritto dell’Unione, sul principio generale della parità di trattamento e sull’obbligo di efficacia del diritto dell’Unione e sul diritto di accesso a un giudice indipendente e imparziale.

Dubbi leciti, ma secondo Bot infondati perché l’accordo non lede l’autonomia del diritto dell’Unione e non incide sul principio della competenza esclusiva della Corte di giustizia nell’interpretazione definitiva del diritto dell’Unione. Il parere tuttavia non è vincolante, sarà la Corte Ue a doversi pronunciare adesso.
Ma tutto ciò tradotto è una prima vittoria per i sostenitori del CETA.

Al contrario la delegazione #NoCETA promette battaglia e chiede maggiore chiarezza su vantaggi e svantaggi legati al trattato e sul recente pronunciamento dell’avvocato generale della Corte europea di giustizia.

Ricordiamo che il CETA è il primo accordo commerciale tra l’UE e il Canada e potrà incidere sulle esportazioni europee di beni e servizi verso il Canada. Con il via libera, la maggior parte delle multinazionali americane già attive sul territorio canadese, potranno citare in giudizio nei tribunali internazionali privati le aziende europee, servendosi della clausola Ics (Investment court system), cioè del sistema giudiziario arbitrale per la difesa degli investimenti.

“Con questo parere, l’avvocato generale della Corte Ue intende dire che quale che sia il parere dell’arbitrato privato, gli Stati e l’Ue stessa possono decidere di procedere secondo le proprie convinzioni, accettando però di pagare sanzioni molto onerose. Dire che l’Isds non pregiudichi l’autonomia dell’Ue, così, mi sembra tutt’altro che vero, considerando che per bloccare un accordo negativo per l’ambiente o per la sicurezza dei cittadini si andrebbe incontro a risarcimenti pesanti”, spiega Monica Di Sisto, portavoce della coalizione Stop Ttip/Ceta.

E conclude in una nota:

“Speriamo, come nel caso dei nuovi Ogm che questa posizione venga bloccata”.

Da Davos è partita la campagna #StopIsds per chiedere la fine degli arbitrati sovranazionali , per firmare la petizione CLICCA QUI

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Dominella Trunfio

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