Il Coronavirus sta mettendo in ombra la peggiore invasione di cavallette del secolo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare moltissime persone si vedrebbero costrette ad abbandonare le proprie terre per riuscire a sopravvivere

In Africa si sta verificando la peggiore invasione di cavallette registrata negli ultimi 25 anni, che salgono a 75 se si considera solo il Kenya.

Uno sciame di insetti grandi quasi il doppio dell’intera superficie di Roma si sta spostando dal nord-est del Kenya verso il Sud Sudan meridionale e l’Uganda.

Parliamo di quasi 200 milioni di locuste che da oltre un mese stanno devastando raccolti e vegetazione, divorando in un solo giorno una quantità di cibo pari a quella che consumerebbero 90 milioni di persone.

È l’ennesima conseguenza della crisi climatica: le locuste hanno infatti bisogno di terreno umido e sabbioso per poter deporre le uova e proliferare, condizioni che si sono verificate a causa dell’anomala stagione delle piogge, che si è protratta nel tempo più del normale.

La situazione è drammatica ma, nonostante la portata dell’emergenza, in pochissimi stanno parlando di questa devastante invasione, perché in questi ultimi mesi l’attenzione è tutta rivolta al Coronavirus.

Eppure, l’invasione delle cavallette sta mettendo a rischio quasi 4 milioni di bambini già affetti da forme gravi di malnutrizione.
Etiopia, Kenya e Somalia stanno già cercando di far fronte alla scarsità di risorse alimentari: le previsioni indicavano che oltre 1,3 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni avrebbero sofferto la fame nel 2020, anche senza la drammatica invasione delle locuste.

Sempre a causa della crisi climatica, infatti, lo scorso anno i tre Paesi hanno affrontato un lungo periodo di siccità a cui ha fatto seguito una lunga stagione delle piogge: le conseguenti inondazioni hanno colpito e distrutto ampie aree coltivate e pascoli, riducendo le risorse alimentari.
I voraci insetti metteranno ulteriormente in difficoltà più di 10 milioni di persone, tra bambini a adulti, che vivono nelle zone rurali.

Se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare moltissime persone si vedrebbero costrette ad abbandonare le proprie terre per riuscire a sopravvivere, dando luogo a un’importante migrazione di massa verso i Paesi in cui – almeno per il momento – gli effetti della crisi climatica risultano ancora sopportabili.

Fonti di riferimento: Save The Children/FAO

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, redattrice web dal 2013, ha pubblicato per Edizioni Età dell’Acquario "Saponi e cosmetici fai da te", "La Salvia tuttofare" e "La cipolla tuttofare".

Iscriviti alla newsletter settimanale

Riceverai via mail le notizie su sostenibilità, alimentazione e benessere naturale, green living e turismo sostenibile dalla testata online più letta in Italia su questi temi.

Seguici su Facebook