Open: storie di integrazione e colture locali, senza pesticidi, OGM e ‘ndrangheta (VIDEO)

Lavorano fianco a fianco ogni giorno e nessuno ci fa caso al colore della loro pelle o al loro italiano alle prime armi, perché qui l’obiettivo è quello di abbracciare le diverse culture, proponendo di fatto un nuovo modello di accoglienza.

Lavorano fianco a fianco ogni giorno e nessuno ci fa caso al colore della loro pelle o al loro italiano alle prime armi, perché qui l’obiettivo è quello di abbracciare le diverse culture, proponendo di fatto un nuovo modello di accoglienza.

A Reggio Calabria, in una centralissima via della città, italiani e stranieri hanno da poco inaugurato Open, uno spazio commerciale colorato e sostenibile, un piccolo scrigno con i sapori genuini della terra, dove la parola multinazionale è bandita a favore dei piccoli e medi produttori calabresi e stranieri.

Il sorriso di Jamina e la passione di tutti i ragazzi impegnati nell’attività fanno rima con cooperazione, la mission di “Open-Tante vie per l’integrazione”, un progetto ambizioso sostenuto da Fondazione con il Sud e che è il frutto di una sinergia tra l’Associazione Interculturale International House e una ricca rete di associazioni presenti nel territorio.

“Si chiama Open perché è uno spazio aperto agli italiani e gli stranieri, perché la sua centralità è il rispetto per la persona, per le materie prime e per un tipo di alimentazione genuina che promuove le colture locali senza pesticidi e ogm e tutti quei prodotti che sono il frutto di piccoli imprenditori che hanno deciso di investire nella sostenibilità ambientale“, spiega a greenMe.it, Domenico Bucarelli, vicepresidente di International House, l’associazione capofila.

Una sostenibilità che è ben visibile anche all’interno del punto vendita stesso.

“Anche nell’allestimento abbiamo cercato un approccio che potesse lanciare un messaggio. Le nostre vetrine sono state ricavate da tubi dell’acqua dismessi che, grazie al lavoro sapiente degli architetti, sono diventati un punto di forza, creando un muro che sembra costituito da bolle d’acqua. Il risultato è ovviamente riciclo al 100%”, spiega ancora.

E chiaramente, anche tutto quello che c’è all’interno di queste originali vetrine dalle sfumature turchesi fa parte di un circuito che ama il Pianeta. Dai prodotti della rete Calabria solidale, che racchiude produttori che hanno scelto i principi di legalità, trasparenza, il rispetto dei lavoratori alle logiche della ‘ndrangheta, fino ai prodotti Slow food, biologici e a Km zero.

Non manca poi, la vetrina dell’etnico che ogni giorno si arricchisce di più. Non solo quindi, un semplice punto vendita, ma un nuovo approccio a un tipo di consumo critico che rispetta la filiera produttiva, ne illustra la tracciabilità e racconta la storia dei prodotti. C’è la sezione food, quella della cosmesi, quella dell’artigianato, tanto per citare alcuni esempi.

“Se dovessi racchiudere il progetto Open in tre parole direi: rispetto, intercultura e acquisto critico per diffondere in città l’idea che è importante nella vita di tutti i giorni scegliere prodotti di qualità e che vanno a rilanciare l’economia locale”, conclude Bucarelli.

progetto open

Tra i cinque ragazzi che lavorano nello spazio vendita c’è anche Jamina Bara, una giovane donna che viene dal Burkina Faso, e che con Open ha cambiato la sua vita.

“È la prima volta che lavoro in Italia. A chi viene ad acquistare dei prodotti spiego la loro provenienza, sono contenta di fare questo tipo di esperienza, è una buona opportunità per gli stranieri come me”, dice Jamina.

Insomma le storie di eccellenza nella scelta dei prodotti si vanno a mischiare a quelle dei ragazzi che lavorano a Open e anche questo si chiama cooperazione.

Dominella Trunfio

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