Vittoria! Bloccate le esplorazioni petrolifere di Shell in Sudafrica: le concessioni per trivellare la Wild Cost sono illegali

Davide sconfigge Golia! Il popolo sudafricano è in festa per aver vinto la sua battaglia contro il colosso anglo-olandese Shell: una sentenza ha stabilito che le esplorazioni di petrolio nella Wild Coast erano state concesse in maniera illegale e dovranno essere interrotte

Gli abitanti del Sudafrica possono tirare un sospiro di sollievo. Il colosso petrolifero Shell dovrà gettare la spugna, abbandonando il progetto delle esplorazioni petrolifere nella splendida Wild Coast, una delle aree più ricche di biodiversità di tutto il continente africano. A bloccare le operazioni è stata l’Alta Corte di Makhanda, la quale il 1° settembre ha stabilito che l’autorizzazione alla multinazionale era stata concessa illegalmente.

Inoltre, il giudice ha anche riconosciuto il ruolo chiave dell’oceano per la sopravvivenza e la vita spirituale e culturale delle comunità costiere.

Insomma, alla fine Davide ha sconfitto Golia (almeno stavolta!). Per la popolazione sudafricana, che da mesi stava conducendo una coraggiosa battaglia contro il piano che prevedeva un’indagine sismica per cercare giacimenti di petrolio o gas lungo tutta la costa orientale, si tratta di un traguardo importantissimo per il loro territorio e per specie da tutelare – come i delfini e le balene – che avrebbero dovuto fare i conti con fastidiosissimi rumori e vibrazioni, fonte di stress e disorientamento.

Questa è una grande vittoria per le comunità locali che combattono le compagnie di combustibili fossili tossici per proteggere i loro mezzi di sussistenza e il nostro ambiente, comprese le balene e i delfini che sarebbero stati soggetti a esplosioni sismiche assordanti ogni 10 secondi” – commenta l’organizzazione ambientalista Greenpeace – Lo stop a Shell rappresenta una vittoria per le persone che in tutta l’Africa e ovunque e lottano contro le industre inquinanti e distruttive e per un Pianeta migliore.

Il giudice ha ritenuto illegale il diritto di esplorazione concesso a Shell poiché non vi era stata prima alcuna consultazione con le comunità interessate dalle attività e inoltre non sono stati presi in considerazione i danni causati ai pescatori e gli interessi della popolazione, come previsto dall’Integrated Coastal Management Act.

Un precedente importante per l’Africa

Contro il pericoloso progetto di Shell erano scesi in campo migliaia di cittadini e numerose associazioni, fra cui Sustaining the Wild Coast, Amadiba Crisis Committee, Natural Justice, Legal Resources Center e Wild Coast community.

Per fermare lo scempio la coalizione Oceans Not Oil si era obilitata organizzando numerose manifestazioni di protesta e lanciando anche petizione internazionale (indirizzata alla ministra dell’Ambiente del Sudafrica, Barbara Creecy, e alla multinazionale anglo-olandese Royal Dutch Shell), raccogliendo olre 450mila adesioni in pochi mesi.

Per fortuna, la giustizia ha fatto il suo corso, riconoscendo i gravi impatti che avrebbe avuto l’operazione di esplorazione petrolifera in un territorio vulnerabile come la Wild Coast.

Quella del caso Shell è davvero una vittoria per le persone e per il Pianeta. Costituisce un precedente importante durante questa emergenza climatica. La corte è stata chiara sul fatto che le comunità devono essere adeguatamente consultate e che le valutazioni di impatto ambientale sono fondamentali. – conclude Melita Steele, direttrice di Greenpeace Africa – Il legame culturale e spirituale con la terra e l’oceano era fortemente caratterizzato dal giudizio. Questa vittoria fornisce speranza e slancio, mentre le persone stanno facendo sentire la loro voce in tutto il mondo. Ci sono 148 progetti di petrolio e gas in cantiere in Africa. Questa vittoria farà in modo che la marea cambi.

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Fonti: Greenpeace Africa/Oceans not oil

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