I mulini storici a pietra rinascono in Calabria grazie ai grani antichi

Valorizzare i grani antichi, i prodotti locali calabresi e creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo. E’ un progetto ambizioso quello della Comunità dei grani antichi e mulini storici a pietra attivi, che vuole rilanciare la filiera del biologico.

Valorizzare i grani antichi, i prodotti locali calabresi e creare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo. È un progetto ambizioso quello della Comunità dei grani antichi e mulini storici a pietra attivi, che vuole rilanciare la filiera del biologico in Calabria.

“La comunità nasce con l’obiettivo di mettere in rete i mulini a pietra attivi in Calabria, costruire una filiera regionale dei prodotti da forno, pane, pasta con antiche varietà di grani locali e biologici”, ha spiegato Pino Campisi, presidente regionale Acli Terra.

Ripartire, dunque, dalla vocazione agricola per tutelare i piccoli produttori locali che negli ultimi anni, sono stati affossati dalle multinazionali creando una filiera pulita che impegna aziende agricole, mulini, pastifici, panifici e biscottifici.

Il progetto è promosso da un lungo elenco di associazioni, cooperative, aziende e produttori con soggetto proponente il Parco Agricolo Calabria e capofila Slow food Lamezia Terme.

grani antichi mulino

La porta d’ingresso è la terra, considerata come un capitale sociale, in cui i mulini a pietra attivi rappresentano un bene produttivo e culturale che non può e non deve morire. Per questo, la comunità vuole rilanciarli facendoli gestire a imprese artigianali, prendendo esempio dal giovane imprenditore che aveva salvato l’ultimo mulino a pietra bio della Calabria.

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Le farine macinate a pietra mantengono intatto il germe del grano, garantiscono quindi, un prodotto finale che mantiene la genuinità e fa bene alla salute. Nei giorni scorsi vi avevamo parlato di micotossine e pesticidi nella pasta, accuse molto gravi lanciate ai produttori.

grani antichi

La costituzione, dunque, di una filiera regionale pulita potrebbe essere la risposta giusta verso il cambiamento e l’adozione di un’alimentazione più sostenibile.

La Comunità è già a lavoro per mettere in rete i mulini a pietra attivi, per creare un marchio regionale e nuovi posti di lavoro, favorendo anche il reinserimento di soggetti a rischio esclusione sociale, come detenuti e diversamente abili.

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“È necessario approvare una legge specifica in materia che operi con criteri di certificazione, favorire corsi di specializzazione e l’istituzionalizzazione del progetto da parte dell’Ente Fiera e del Comune di Lamezia Terme con una tre giorni dedicati alla comunità dei grani”, dice ancora Campisi.

Una task force ad ampio respiro, per censire i terreni seminativi disponibili per la coltivazione di grani antichi, per realizzare un parco regionale, per formare esperti in ricerca, recupero e tracciabilità delle varierà di cereali.

In sintesi: lavoro, agricoltura e sviluppo economico in Calabria, una terra di mulini.

Dominella Trunfio

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