Bayer taglia 12mila posti di lavoro dopo il pericoloso matrimonio con Monsanto

Bayer acquista Monsanto e taglia 12 mila posti di lavoro entro il 2021. Il colosso dell’agrochimica da poco nato è pericoloso? Non sappiamo se ci saranno conseguenze sul mercato visto i prodotti “discutibili” sul piano di salute, ma sicuramente 12 mila persone perdono il lavoro

Bayer acquista Monsanto e taglia 12 mila posti di lavoro entro il 2021. Il colosso dell’agrochimica da poco nato è pericoloso? Non sappiamo se ci saranno conseguenze sul mercato visto i prodotti “discutibili” sul piano di salute, ma sicuramente 12 mila persone perdono il lavoro.

Le due aziende potrebbero commercializzare circa un quarto dei fitofarmaci venduti a livello mondiale, oltre ad avere un ruolo di primo piano nel settore statunitense dei semi di soia e di cereali. Ma soprattutto si potrebbe verificare un’impennata nella diffusione di OGM, semi geneticamente modificati per non essere sensibili ai pesticidi (come il glifosato, più volte accusato di danneggiare l’ecosistema).

Ma questi sono tutti pericoli “ipotetici”, ragionevoli, ma non dimostrati. Mentre è dimostrato che, come spesso accade nelle fusioni aziendali, dipendenti ad ogni livello restano a casa.

La Bayer vende tutto sotto il cappello “Misure per incrementare la competitività e l’innovazione”, e, in considerazione di tutto il resto, questa notizia non fa che incrementare la paura.

“Con l’inclusione delle sinergie attese dall’acquisizione di Monsanto, Bayer prevede un contributo annuo di 2,6 miliardi di euro dal 2022 in seguito all’attuazione di misure di efficienza – scrive l’azienda in una nota – Queste misure includeranno una riduzione di circa 12.000 di 118.200 posti di lavoro in tutto il mondo, un numero significativo di questi in Germania. I dettagli verranno elaborati nei prossimi mesi”.

Quindi, non solo Bayer ha cancellato il marchio Monsanto (forse per questioni di immagine visti i precedenti scomodi del suo nuovo acquisto?), ma cancella anche un numero significativo di posti di lavoro proprio a causa di questa inclusione, che ha portato evidentemente delle sovrapposizioni di competenze.

I 12.000 posti di lavoro in tutto il mondo saranno tagliati in diversi settori: farmaceutico, ricerca e sviluppo, relazioni con il pubblico, funzioni aziendali, funzioni di supporto, servizi aziendali e piattaforme nazionali.

“Questi cambiamenti sono necessari affinchè Bayer getti le basi per migliorare le sue prestazioni – spiega Werner Baumann, Chairman del Board of Management di Bayer AG – Con queste misure miriamo a sfruttare appieno il potenziale di crescita per le nostre imprese. Siamo consapevoli della gravità di queste decisioni per i nostri dipendenti. Come in passato, implementeremo le misure pianificate in modo equo e responsabile”.

Nella speranza che gli aggettivi “equo” e “responsabile” siano attuati anche sulle politiche di mercato, non a danno dell’agricoltura e degli agricoltori, nonché di tutti noi.

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Roberta De Carolis

Foto: Bayer

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