Vogliono salvare il Grande Lago Salato con una gigantesca pompa oceanica, il progetto che fa acqua da tutte le parti

Il futuro incerto del Grande Lago Salato: un progetto ambizioso per collegarlo all'Oceano Pacifico affronta questioni di fattibilità, sostenibilità ambientale e sfide tecniche

Nell’ambito di un contesto ambientale critico, il Grande Lago Salato, situato nello Utah, Stati Uniti, sta affrontando una grave crisi idrica. Negli ultimi anni, il lago ha subito un significativo calo del livello dell’acqua, toccando il record negativo di circa 1270 metri nel novembre 2022, quasi cinque metri sotto il livello ottimale. La riduzione del livello d’acqua rappresenta una minaccia per l’ecosistema circostante, essendo il lago un habitat vitale per gli uccelli migratori e un fattore chiave per il clima e l’ecologia locali.

Per affrontare questo problema, è stata avanzata l’idea di collegare il lago all’Oceano Pacifico mediante un gasdotto lungo quasi 1300 km. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato su Environmental Research Communications, tale soluzione presenta notevoli difficoltà e sfide. Nonostante l’urgenza delle circostanze, la fattibilità del progetto appare complessa sia dal punto di vista economico, con costi stimati tra i 60 e i 100 miliardi di dollari, sia per le implicazioni ambientali.

Robert B. Sowby, professore assistente alla Brigham Young University e autore principale dello studio, ha evidenziato i numerosi ostacoli tecnici e ambientali del progetto. Tra questi, spiccano il fabbisogno energetico per il pompaggio dell’acqua, stimato in 400 megawatt, pari all’11% del consumo elettrico annuo dello Utah, e le emissioni di anidride carbonica associate, circa 1 milione di tonnellate metriche all’anno. Inoltre, i costi energetici supererebbero i 300 milioni di dollari annuali, con possibili raddoppi o triplicazioni delle emissioni a causa dei trattamenti necessari per la conduttura e dell’impatto sul terreno circostante.

La necessità di un cambiamento nella gestione delle risorse idriche

Sowby sottolinea l’importanza di un cambiamento radicale nell’approccio alla gestione delle risorse idriche, enfatizzando la necessità di adeguare la domanda di acqua all’offerta effettiva. La soluzione, secondo l’esperto, risiede nell’ottimizzazione delle risorse idriche disponibili a livello locale, piuttosto che nell’adozione di soluzioni estreme e costose.

Nonostante la stagione invernale passata abbia portato un aumento delle precipitazioni e un accumulo record di neve nelle montagne del Sud-Ovest, la preoccupazione per il futuro del Grande Lago Salato rimane alta. Gli esperti temono che gli effetti benefici di un inverno piovoso possano essere limitati nel tempo e non sufficienti a contrastare gli effetti di un clima estremamente secco nei prossimi anni.

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Fonte: Environmental Research Communications

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