I fiumi dell’Alaska stanno diventando arancioni (e potrebbe essere il sintomo di un “collasso”)

I corsi d'acqua in Alaska stanno diventando arancioni a causa del ferro e dell'acido solforico. Gli scienziati stanno cercando di capire perché e, soprattutto, se si tratta di un fenomeno passeggero

Arancione brillante, ruggine viva. Il diffuso disgelo del permafrost, l’erosione indotta dal disgelo e gli incendi boschivi hanno alterato la concentrazione e il flusso di carbonio organico, nutrienti e tracce di metalli nei fiumi artici. Ragione per cui, qui, in questa parte di mondo che sembrava incontaminata, i corsi d’acqua sono pieni di minerali di ferro ossidati e, in molti casi, acidi.

Proprio così: negli ultimi mesi, molti fiumi artici stanno diventando arancioni a causa – secondo quanto riportato dagli scienziati del National Park – della progressiva scomparsa del permafrost, cioè quello strato di suolo che normalmente resta congelato perennemente.

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Cambiamento di colore e non solo: con il suo scioglimento, il permafrost artico sta rilasciando nell’atmosfera enormi quantità di gas metano altamente inquinante.

Gli studi

Il motivo, insomma, di questo cambiamento di colore sembra essere legato alla presenza di minerali ricchi di ferro, ma non è ancora del tutto chiaro. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno osservato che molti torrenti nella regione artica dell’Alaska sono diventati di colore arancione. Uno di questi fiumi è il fiume Kobuk, che si estende per circa 451 chilometri nel nord-ovest dell’Alaska.

Per comprendere meglio questo fenomeno, l’USGS ha collaborato con il National Park Service, l’Università della California-Davis, l’Università dell’Alaska-Anchorage e l’Alaska Pacific University. Il team di scienziati si è impegnati a mappare l’estensione dei fiumi arancioni, a studiarne l’impatto sull’ecosistema circostante e a cercare di capire cosa stia causando il cambiamento di colore.

Le loro ricerche hanno rivelato che i fiumi arancioni presentano concentrazioni più elevate di ferro, meno ossigeno disciolto e un’acqua più acida rispetto ai fiumi limpidi vicini.

Secondo Scientific American, il pH di alcuni di questi fiumi è inferiore a 3,5, rendendoli più acidi persino del succo d’arancia. Ma qual è la causa di tutto ciò?

Una delle teorie principali è che l’aumento delle temperature nella regione stia causando il disgelo del permafrost, liberando il ferro precedentemente intrappolato nel terreno congelato. L’Artico si sta riscaldando quasi 4 volte più velocemente rispetto al resto del mondo, e le zone settentrionali dell’Alaska non fanno eccezione.

Altra ipotesi è che batteri e processi geochimici complessi possano essere responsabili di questo fenomeno. Il disgelo del permafrost potrebbe permettere ai batteri di ridurre il ferro ossidato presente nel terreno. Una volta che l’acqua sotterranea trasporta questo ferro in un corso d’acqua ossigenato, esso si ossida nuovamente, assumendo la caratteristica tonalità arancione.

L’aumento delle temperature ha effettivamente risvegliato molti di questi processi geochimici che erano bloccati da 5.000 anni a causa del terreno congelato – ha spiegato David Cooper, ecologo presso la Colorado State University. Anche se i fiumi arrugginiti possono sembrare strani, non è raro che il ferro abbia questo effetto sui sistemi idrici della Terra. Ad esempio, gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno osservato come il delta del fiume Betsiboka a Madagascar si sia colorato di rosso intenso a causa dei sedimenti ricchi di ferro presenti nelle sue acque. Inoltre, nell’Antartide orientale, c’è un luogo chiamato Blood Falls, dove sembra che il sangue stia fuoriuscendo dal ghiaccio.

fiumi alaska arancioni

©Scientific American

In tutto sono stati individuati 30 fiumi che presentano questo cambiamento di colore e il bello è che gli scienziati non sono in grado di dire se si tratta fenomeno temporaneo oppure se è il suo effetto è da considerare permanente.

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