Allarme Pfas nell’acqua potabile di Torino e Alessandria: la mappa dei comuni più contaminati

Decine di migliaia di cittadini piemontesi potrebbero aver bevuto acqua potabile "avvelenata" da PFAS: Greenpeace svela la mappa della contaminazione, a lungo sottovalutata

La portata dell’inquinamento da PFAS, composti noti anche come “sostanze chimiche eterne”, è più grande del previsto. La contaminazione delle acque non interessa esclusivamente il Veneto, ormai da anni sotto i riflettori dalla vicenda. Un nuovo allarme arriva anche dal vicino Piemonte, dove oltre 125mila persone potrebbero aver ingerito acqua potabile con PFOA, una molecola del gruppo dei PFAS classificata come cancerogena per gli esseri umani.

Ad approfondire la delicata questione un recente report di Greenpeace, basato su dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi, che dimostra che il fenomeno si estende oltre la provincia di Alessandria, in cui questo tipo di inquinamento è noto già da tempo, coinvolgendo anche aree della città metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti, incluso il capoluogo.

Inoltre, l’associazione ambientalista ha effettuato dei campionamenti indipendenti che hanno evidenziato la presenza di PFAS anche in zone non ancora monitorate.

In Piemonte ha sede l’unica produzione ancora attiva di questi composti in Italia, il polo chimico di Solvay Specialty Polymers a Spinetta Marengo, nel comune di Alessandria.– sottolinea Greenpeace  – Si tratta di uno stabilimento che è noto da tempo per essere la principale fonte di contaminazione del bacino del Po.

Peccato, però, che il problema non sia circoscritto solo all’area in cui si trova l’industria chimica. Come anticipato, a fare i conti con la contaminazione da PFAS sono anche decine di comuni della città metropolitana di Torino.

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Acqua potabile contaminata da PFAS: le aree del Piemonte coinvolte

A fine luglio 2023 Greenpeace ha inoltrato 43 richieste alle otto ASL regionali, alla direzione generale di Regione Piemonte, ai 29 gestori del servizio idrico integrato e a cinque comuni che gestiscono autonomamente la propria rete potabile. Purtroppo, però, solo 10 enti – pari al 23% del totale – hanno risposto positivamente, inoltrando copia delle analisi effettuate e 10 tra comuni ed enti non hanno risposto.

Dei 671 campioni di acqua a uso potabile di cui gli enti locali piemontesi hanno condiviso i dati con Greenpeace Italia – analizzati tra il 2019 e il 2023 – nel 51% è stata riscontrata la presenza di PFAS, con le maggiori positività riscontrate nella provincia di Alessandria.

In questa area cinque comuni, ubicati lungo il fiume Scrivia, hanno evidenziato la presenza degli inquinanti in tutti i prelievi effettuati in questi anni: Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia, Molino dei Torti, Guazzora e Tortona. – si legge nel report – Infatti, nei 24 campioni raccolti in queste località è sempre stato trovato il PFOA, il PFAS noto per essere cancerogeno, in concentrazioni variabili e comprese tra 19 e 190 nanogrammi per litro.

Restando nell’Alessandrino, le concentrazioni maggiori sono state rilevate a Montecastello nel maggio del 2020, con 470 nanogrammi per litro per la somma di PFAS. In questo comune il sindaco, dopo aver ricevuto un’allerta sia da Arpa Alessandria che dal gestore idrico Amag, è intervenuto chiudendo il pozzo contaminato e tutelando così la salute pubblica; mentre, secondo quanto riferito da Greenpeace, non risulta che negli altri comuni siano stat presi provvedimenti per fermare l’erogazione di acqua contaminata e tutelare così la salute pubblica.

Per quanto riguarda invece l’altra provincia, dall’analisi dei dati condivisi dal gruppo Società Metropolitana Acque Torino (SMAT) che
gestisce la rete idrica di 291 comuni della città metropolitana, è emersa la presenza di PFAS in 77 comuni, il 26,5% del totale. Nello specifico, per la città metropolitana di Torino il 45% dei campioni è risultato positivo alla presenza di PFAS.

È possibile prendere visione dei comuni in cui è presente una maggiore concentrazione di PFAS nell’acqua potabile grazie a una mappa interattiva – consultabile sul sito – realizzata da Greenpeace (i bollini rossi indicano la presenza delle sostanze in oltre il 50% delle analisi effettuate, quelli gialli la presenza dei PFAS in meno della metà dei campioni e quelli verdi l’assenza dei forever chemicals.

mappa pfas piemonte

@Greenpeace

Alla luce della mancata trasparenza e di dati aggiornati, Greenpeace ha provveduto a raccogliere anche 15 campioni di acqua potabile nelle otto province piemontesi, per la maggior parte da fontane pubbliche di parchi giochi, “punti sensibili” considerato che i minori potenzialmente esposti alla contaminazione sono soggetti particolarmente a rischio. Le analisi – eseguite da un laboratorio indipendente accreditato – hanno evidenziato la presenza delle sostanze perfluorurate e polifluorurate in 5 campioni su 15, ovvero 1 ogni 3.

Per i tre comuni che insistono sul fiume Scrivia gli esiti hanno confermato i dati degli enti pubblici per quanto concerne la presenza di PFOA: 120 nanogrammi per litro ad Alzano Scrivia (AL), 73 nanogrammi per litro a Castelnuovo Scrivia (AL), 70 nanogrammi per litro a Guazzora (AL). Anche a Tortona (AL), sono stati misurati 19 nanogrammi per litro di PFOA in un rubinetto destinato ai clienti in una stazione di servizio. Infine nel quinto campione positivo, prelevato nel comune di Galliate in provincia di Novara, sono stati trovati 12 nanogrammi per litro di PFOS.

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Fonte: Greenpeace

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