5 miliardi di persone potrebbero non avere più accesso all’acqua nel 2050, secondo le Nazioni Unite

La crisi climatica sta rendendo la risorsa idrica sempre più preziosa. Dobbiamo agire in fretta se non vogliamo restare 'a secco'

Fra alluvioni e siccità, la crisi climatica sta rendendo la risorsa idrica sempre più preziosa. Dobbiamo agire in fretta se non vogliamo restare ‘a secco’

L’acqua è una risorsa che sta diventando sempre più preziosa. Secondo le Nazioni Unite più di 5 miliardi di persone, fra qualche anno, avranno difficoltà ad avere accesso all’acqua – ecco perché è importante muoversi con urgenza e fare qualcosa subito. Già nel 2018, 3,6 miliardi di persone ha avuto difficoltà nel reperire l’acqua per almeno un mese all’anno, secondo il report ONU sull’acqua, che arriva proprio qualche settimana prima della COP26 di Glasgow.

Il report sottolinea che negli ultimi 20 anni i livelli di acqua conservati sulla Terra – sotto forma di corsi d’acqua, falde acquifere, neve e ghiacciai – si sono abbassati al ritmo di 1 centimetro all’anno: si pensi che, di tutta l’acqua presente sul Pianeta, solo lo 0,5% è potabile e utilizzabile dall’uomo. Come si può vedere dalla cartina, le più gravi perdite si registrano in Antartide e Groenlandia, ma anche molti luoghi a basse latitudini e densamente popolati stanno sperimentando significative perdite di acqua proprio in quelle aree che un tempo rappresentavano una fonte.

 

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L’aumento delle temperature sta modificando i cicli delle piogge in varie zone del mondo, portando a cambiamenti negli schemi delle precipitazioni e nella stagionalità dei fenomeni atmosferici, con un grande impatto anche sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana. Dal 2000, i disastri ambientali legati alle inondazioni sono aumentati del 134% rispetto ai due decenni precedenti – questo perché nella nostra atmosfera i livelli di umidità sono aumentati (+7% a livello globale), contribuendo ai fenomeni alluvionali. La maggior parte delle perdite economiche e in termini di vite umane legate ai disastri alluvionali si registra in Asia, dove i sistemi di protezione dalle alluvioni necessitano evidentemente di rafforzamento. Allo stesso tempo, si è verificato un aumento del 30% nella quantità e della durata dei fenomeni di siccità a partire dal 2000, con l’Africa come continente maggiormente colpito.

Ecco perché le Nazioni Unite chiedono con urgenza che i governi del mondo si assumano impegni concreti nella difesa della risorsa acqua, e sperano che gli incontri della COP26 possano rappresentare un punto di partenza per il cambio di rotta tanto agognato – finora, infatti, la maggior parte dei leader non è andata molto oltre le parole nel contrasto al cambiamento climatico e all’inquinamento. Paesi come la Cina, per esempio, hanno dichiarato il proprio impegno a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060, ma senza avere un piano concreto di come fare a raggiungere questo obiettivo che, probabilmente, rimarrà solo sulla carta.

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Fonte: WMO

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