Solidarietà a Federica Pellegrini, quegli insulti alla campionessa colpiscono tutte le donne

In una serie di stories su Instagram la divina condivide le sue riflessioni su questo atto vile e codardo per il quale non c’è giustificazione

Quando si è un personaggio pubblico essere presi di mira da attacchi sui social e anche nella realtà, fuori dallo schermo, sta diventando una orrenda abitudine, soprattutto nei confronti delle donne. Federica Pellegrini è una delle ultime celebrità ad essersi vista recapitare un insulto oltremodo gratuito.

Sul lungomare delle stelle di Jesolo, un cartello giallo indica il tratto che dal 2015 è dedicato alla campionessa. Lo stesso che nella notte tra mercoledì 9 e 10 giovedì febbraio, è stato coperto con un’etichetta che ne riproduce colori di sfondo e caratteri per affiggere in bella vista un’offesa a caratteri cubitali. La scritta originale “Lungomare Federica Pellegrini campionessa olimpica di nuoto” nell’arco di una notte è diventata “Quella t***a di Federica Pellegrini campionessa olimpica di arroganza e mitomania“.

 

Federica Pellegrini, impegnata alle Olimpiadi invernali di Pechino nel ruolo istituzionale sia di rappresentate CIO che CONI, ha preso il telefono e con un sorriso amaro ha detto la sua via Instagram usando le stories in modo da poter lasciare nell’etere il suo messaggio per 24 ore. Una condanna di quella che definisce una presa di posizione invidiosa e rancorosa di qualcuno che ha preferito agire nell’ombra:

“Avrei apprezzato di più che fosse venuto a bussarmi sulle spalle (…) Vieni da me e ti assicuro che se anche sono donna io posso controbattere!”

Con la sua eleganze non alza i toni, chiude la questione con un “mi faccio due risate” ma allo stesso tempo spera che l’autore o l’autrice del gesto venga svelato. Un attacco vigliacco perché anonimo, compiuto di notte cercando di evitare le videocamere di sorveglianza per pertrare quell’abitudine oramai troppo comune di commettere un atto osceno e senza senso, questa volta non da dietro una tastiera ma nell’ombra della notte.

Nella gran parte dei casi sono le donne ad essere bersaglio di questa modalità con conseguenze, per molte, devastanti. Essere famose è peccato di vanità; eccellere vuol dire non impegnarsi duramente ma essere arroganti; essere belle vuol dire essere vuote o persone incapaci. Nella quinta mappa dell’intolleranza l’odio online si concentra contro le donne, soprattutto se lavorano. L’ultimo barometro di Amnesty International ricorda inoltre come 1 commento su 10 è offensivo, discriminatorio, mentre i discorsi d’odio tout-court sono aumentati del 40%.

L’hate-speech in questo caso specifico esce dalla rete ma resta comunque la necessità di offendere, diffamare, insultare colpendo le persone su eventuali tratti del carattere o fisiche, con motivazioni mai giustificabili per il modo in cui si sceglie di esprimerle. E la domanda finale è: cosa si vuole dimostrare agendo in questo modo?

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FONTE: Instagram Federica Pellegrini; Amnesty International; Osservatorio italiano diritti

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