Acque radioattive di Fukushima: la Corea del Sud dice no e impugna la decisione al Tribunale internazionale

Giappone vuole riversare acque radioattive di Fukushima nell’Oceano Pacifico. Ma la Corea del Sud non ci sta e impugna le decisone al Tribunale internazionale di Amburgo

La decisione del governo giapponese legata al rilascio nell’Oceano Pacifico delle acque radioattive di Fukushima ha acceso un dibattito pubblico e provocato grande preoccupazione nell’opinione pubblica. Ieri, dopo una riunione del Consiglio dei Ministri, è arrivato l’ok ufficiale per lo sversamento a dieci anni dalla catastrofe nucleare, i cui effetti si faranno sentire ancora per decenni. Ma la Corea del Sud non ci sta e ha scelto di impugnare questa folle mossa del Giappone al Tribunale internazionale del diritto del mare, che ha sede ad Amburgo.

“Tokyo rilascerà l’acqua radioattiva dopo averla diluita a livelli non dannosi per l’uomo. Ma la diluizione non cambierà il totale di radioattività dispersa” ha denunciato un’alleanza di 31 gruppi civici anti-nucleare e ambientalisti della Corea del Sud. Il ministero degli Esteri sudcoreano ha anche convocato l’ambasciatore giapponese Koichi Aiboshi, presentando una protesta formale contro il rilascio in mare di oltre 1,25 milioni di tonnellate di acqua contaminata dalla centrale nucleare di Fukushima. Anche Pechino ha espresso la sua indignazione, opponendosi alla decisione presa dal Giappone. “La Cina si riserva il diritto di dare ulteriori risposte” ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian. 

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Nonostante le protese da Parte dei Paesi vicini, per gli esperti giapponesi non ci sarebbero problemi di sicurezza. Secondo le autorità giapponesi, l’acqua trattata contenente trizio radioattivo, un sottoprodotto dei reattori nucleari, che rappresenta solo un piccolo rischio per la salute umana in quanto, pur bevendo l’acqua, non avverrebbe un vero accumulo dell’elemento nell’organismo. Inoltre, secondo il Giappone, non vi sarebbe alcun rischio di esposizione alle radiazioni nel caso in cui la pelle entrasse a contatto con l’acqua contaminata. 

Di parere contrario sono, invece, le associazioni ambientaliste, prima fra tutti Greenpeace che è scesa in campo per far sentire la sua voce.

“Questa decisione ignora completamente i diritti umani e gli interessi della gente di Fukushima e in generale del Giappone e della parte di Asia che si affaccia sul Pacifico” sostiene l’organizzazione. “Il governo giapponese ha ancora una volta deluso i cittadini di Fukushima. Ha preso la decisione del tutto ingiustificata di contaminare deliberatamente l’Oceano Pacifico con acqua radioattiva. Ha ignorato sia i rischi legati all’esposizione alle radiazioni che l’evidenza della sufficiente disponibilità di stoccaggio dell’acqua contaminata nel sito nucleare e nei distretti circostanti. Invece di usare la migliore tecnologia esistente per minimizzare i rischi di esposizione a radiazioni immagazzinando l’acqua a lungo termine e trattandola adeguatamente per ridurre la contaminazione, si è deciso di optare per l’opzione più economica, scaricando l’acqua nell’Oceano Pacifico”. 

Fonte: Japanese Times

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