El Salvador è il primo Paese al mondo a bloccare l’estrazione di metalli. E’ una mossa storica, che vede lo stato adottare un provvedimento severo per sbarazzarsi completamente di “esplorazione, estrazione e lavorazione” mineraria. Tutto questo in un’epoca in cui invece si vedono i big del mondo come gli Usa tornare sui propri passi e, purtroppo, dipingere un futuro che parla ancora di fonti fossili e miniere.
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El Salvador è il primo Paese al mondo a bloccare l’estrazione di metalli. È una mossa storica, che vede lo stato adottare un provvedimento severo per sbarazzarsi completamente di “esplorazione, estrazione e lavorazione” mineraria. Tutto questo in un’epoca in cui invece si vedono i big del mondo come gli Usa tornare sui propri passi e, purtroppo, dipingere un futuro che parla ancora di fonti fossili e miniere.
Miniere, una svolta epocale
Gli ambientalisti hanno già inquadrato la legge appena firmata dal presidente Salvador Sanchez Ceren come un grande passo verso una protezione dell’ambiente sempre più incisiva. “Non è soltanto una novità, è una legge necessaria nei confronti di un comparto che, lontano dall’apportare alcun beneficio alla comunità, genera inquinamento costante a danno delle fonti idriche e dell’ambiente in generale”, ha infatti dichiarato l’ambientalista Mauricio Sermeno.
Oro e argento sono i metalli maggiormente estratti, per mezzo di attività che per decenni hanno contaminato i bacini idrici con cianuro e mercurio, utilizzati nelle sostanze comunemente sfruttate durante le estrazioni.
La battaglia contro le multinazionali
Si tratta di una legge che arriva dopo una battaglia lunghissima e che alla Comisión de Medio Ambiente y Cambio Climático ha portato con sé anche la posizione degli ambientalisti, di migliaia di cittadini e della chiesa cattolica. Nel Paese sono ben note le conseguenze della presenza delle miniere e delle loro attività, compresi omicidi e violenze contro chi ha provato negli anni a difendere ambiente e comunità locali.
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Emblematico il caso dei desaparecidos ma anche quello del fiume San Sebastián diventato marrone a causa del riversamento di sostanze inquinanti che ne hanno reso le acque non più potabili. Questa legge di fatto è un colpo durissimo alle multinazionali e una grande vittoria per la popolazione stremata dopo anni di soprusi ai danni di persone e ambiente. Sebbene il voto a favore sia stato unanime, occorre ora che si vigili perché le aziende non trovino strade facili per aggirare la normativa in vigore.
Il ruolo della Chiesa cattolica
Importante da sottolineare, infine, il ruolo della Chiesa e di Papa Francesco con la sua enciclica Laudato Sii. Sul territorio salvadoregno è stato molto attivo l’arcivescovo José Luis Escobar Alas, che aveva organizzato a marzo una marcia per sensibilizzare sugli effetti positivi della nuova legge e si era speso in prima fila per la raccolta firme.