Fumo passivo: gli italiani ignorano che provoca il cancro

Cancro al polmone. In tutta Europa si registrano ogni anno 391.000 nuovi casi e 342.000 morti, pari al 19,9% di tutti i decessi per tumore. Negli ultimi anni, la percentuale di persone che hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute è aumentata: negli uomini dal 10 al 14%, nelle donne dal 12 al 18%.

Cancro al polmone. In tutta Europa si registrano ogni anno 391.000 nuovi casi e 342.000 morti, pari al 19,9% di tutti i decessi per tumore. Negli ultimi anni, la percentuale di persone che hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute è aumentata: negli uomini dal 10 al 14%, nelle donne dal 12 al 18%.

Lo ricorda l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) presentando oggi a Milano il sondaggio nazionale, concluso nel luglio scorso su oltre 3.000 cittadini, che fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sulla patologia, promossa dall’AIOM, con il patrocinio della Fondazione “Insieme contro il Cancro” e dell’associazione dei pazienti “WALCE” (Women Against Lung Cancer in Europe).

Ne è emerso un quadro preoccupante: il 25% della popolazione italiana è esposto ai pericoli del fumo passivo e 8 cittadini su 10 non sanno che provoca il cancro del polmone. Il 71% fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare la malattia. Il livello di conoscenza sui fattori di rischio è scarso, infatti quasi la metà delle persone (48%) pensa che questo tipo di tumore non si possa prevenire. Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che il 49% dichiara di fumare in presenza di bambini e solo il 45% cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la neoplasia.

“Con circa 38.000 nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese, il tumore del polmone è la terza neoplasia più frequente, dopo quelle al colon retto e al seno – ha detto il prof. Carmine Pinto, presidente eletto AIOM e Direttore Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -. Ma, a differenza di altre, si caratterizza per un forte stigma sociale. Infatti il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un fumatore, sia ‘colpevole’ della sua condizione. Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e Istituzioni”.

Le sigarette, hanno spiegato gli esperti, possono trasformare il salotto di casa o l’abitacolo dell’automobile in vere e proprie camere a gas. Ma dire addio alle sigarette non è una missione impossibile e comporta grandi benefici per la salute. Si può smettere senza ricorrere a prodotti sostitutivi a base di nicotina, che rendono poi più difficile interrompere il vizio.

Roberta Ragni

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