La bambina cinese che innaffia l’aiuola di Tor Pignattara

Alle 19 arriva puntualissima, saltellando e accompagnata dal padre, all'aiuola della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara. Quel piccolo triangolo di verde ormai è il suo regno, di cui prendersi cura amorevolmente. Lei si chiama Sofia ed è una bimba italocinese di appena 5 anni

Alle 19 arriva puntualissima, saltellando e accompagnata dal padre, all’aiuola della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara. Quel piccolo triangolo di verde ormai è il suo regno, di cui prendersi cura amorevolmente. Lei si chiama Sofia ed è una bimba italocinese di appena 5 anni.

A raccontare la sua storia è il Comitato di Quartiere Torpignattara, composto da volontari che conoscono, amano e vivono un quartiere che ha tanti limiti, ma anche tante ricchezze. Con la frangetta sempre in ordine e la spilletta I LOVE TORPIGNA sul petto, ogni sera Sofia si occupa del pero, delle rose, dell’ulivo e, infine, dell’erba. Chiede la pompa dell’acqua e, aiutata da Renato, un volontario del Comitato di quartiere, inizia ad innaffiare. Qualche volta l’aiuta il suo amichetto bengalese Karim.

“Si è autoproclamata “responsabile” dell’aiuola, per gioco s’intende, ma fra un sorriso e un saltello prende sul serio il suo compito. E va via solo quando Renato gli dice che può farlo.Lo esplora ogni giorno palmo palmo. Va a trovare le formiche che hanno fatto lì la loro casetta sotterranea. Guarda se i frutti del piccolo ulivo sono cresciute. Contempla le rose. Controlla il pero”, spiega il CDQ.

Questo piccolo miracolo si compie ogni giorno, sotto gli occhi di bangladesi, senegalesi, italiani, peruviani che la sera si incontrano intorno all’aiuola riconquistata dai cittadini per vedere Sofia all’opera, fin quando non saluta con la manina e ritorna con il papà verso il loro piccolo negozio di casalinghi su Via dell’Acqua Bullicante.

sofia aiuola2

“Assistere a questo momento è qualcosa di indescrivibile. C’è la sintesi di tutto quello che noi stiamo cercando faticosamente di costruire in questo quartiere: la riscoperta della bellezza quotidiana celata dalla polvere e dal degrado, la riconquista degli spazi marginalizzati dalla comunità, la promozione del dialogo interculturale, la ricerca ostinata di un centro di gravità permanente nel caos di questo popoloso quartiere”, continua il Comitato.

Sofia rappresenta la nuova generazione del quartiere, quella che non conosce la parola “razzismo” e che ama prendersi cura del bene comune.

Roberta Ragni

Fonte e Photo Credit

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