4C Building: il Ministero dell’Ambiente cinese “parla” italiano

E' stato inaugurato oggi a Pechino il nuovo edificio che ospiterà gli uffici del Ministero dell'Ambiente cinese, un concentrato di tecnologia e design ecosostenibile, frutto di un know how tutto italiano.E' stato inaugurato oggi a Pechino il nuovo edificio che ospiterà gli uffici del Ministero dell'Ambiente cinese, un concentrato di tecnologia e design ecosostenibile, frutto di un know how tutto italiano.

È stato inaugurato oggi a Pechino il nuovo edificio che ospiterà gli uffici del Ministero dell’Ambiente cinese, un concentrato di tecnologia e design ecosostenibile, frutto di un know how tutto italiano. Per questo, al taglio del nastro del “4C Building“, era presente insieme al capo del dicastero Zhou Shengxian, il suo corrispettivo nostrano Stefania Prestigiacomo che ha ribadito l’importanza della collaborazione tra Italia e Cina nello sviluppo di tecnologie sempre più verdi.

Totalmente eco-efficiente ed eco-compatibile, il palazzo di quasi 30mila mq che permetterà di ottenere fino al 47% di risparmio energetico e una riduzione delle emissioni di CO2 fino al 45% rispetto agli edifici costruiti in modo tradizionale, è stato progettato dallo studio mOa (Mario Occhiuto Architetture) e realizzato da Favero & Milan.

Costato circa 46 milioni di Euro, l’investimento è stato ripartito tra Cina, Banca Mondiale attraverso i fondi del Protocollo di Montreal e Italia che si è fatta carico del 20% del totale (13 milioni di Euro).

Ed è altrettanto caro il valore simbolico dell’edificio che, come ci tiene a precisare la Prestigiacomo: “grazie anche alla sua destinazione governativa, assume un particolare significato per la Cina sulla strada dell’impegno verso uno sviluppo più attento alla salvaguardia dell’ambiente“.

Quella cino-italiana è una collaborazione verso tecnologie attente all’ambiente che dura da dieci anni e che ha portato alla realizzazione di 90 progetti ma che, ora più che mai, diventa cruciale per trovare nuove soluzioni su diversi fronti: dal risparmio energetico alle fonti rinnovabili al risparmio, dalla lotta alla desertificazione alla formazione dei funzionari cinesi. Sono ad oggi, ben 176 i milioni di euro investiti in Cina a partire dal 1999 che si stima si siano trasformati in un guadagno per le imprese italiane di 1240 milioni di euro.

Una ghiotta opportunità, insomma, per le aziende italiane in Cina che offre ancora maggiori prospettive. Ma come coglierle? “In genere, ogni volta che identifichiamo dei progetti in settori nuovi, d’accordo col governo cinese usiamo la procedura dei bandi pubblici” spiega Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente “Stiamo cercando di valorizzare tutte le disponibilità per lo sviluppo di nuovi progetti, ad esempio anche facilitando l’accesso ai fondi europei previsti per gli investimenti in Cina in questo settore, e ritengo che questa visita del ministro Prestigiacomo darà un ulteriore impulso“.

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