Vitamina D e cancro al seno, il legame scoperto dagli scienziati che potrebbe salvare centinaia di vite

Vi è un legame tra vitamina D e cancro al seno. Secondo la ricerca la vitamina D può aumentare le possibilità di sopravvivere al cancro.

Vi è un legame tra vitamina D e cancro al seno. Secondo la ricerca la vitamina D può aumentare le possibilità di sopravvivere al cancro.

I ricercatori affermano che livelli più elevati di vitamina D, possono aiutare a migliorare le probabilità di una persona di sopravvivere al cancro al seno.

Secondo gli esperti la maggior parte delle persone negli Stati Uniti non ha livelli sufficienti di vitamina D, perché solo pochi alimenti la contengono in modo naturale. Avere abbastanza vitamina D al momento della diagnosi è associato a migliori esiti nel percorso di guarigione dal cancro al seno. Questo è quanto riportato da un nuovo studio evidenziato alla riunione annuale virtuale dell’American Society of Clinical Oncology 2021.

I ricercatori hanno misurato i livelli di vitamina D al momento della diagnosi, e quindi i risultati di sopravvivenza 10 anni dopo in quasi 4.000 persone; si è notato che l’assunzione di integratori di vitamina D, l’indice di massa corporea e la razza/etnia sono tutti fattori che influiscono sui livelli di vitamina D presenti nel sangue.

Secondo i ricercatori, ad esempio, le donne nere hanno un tasso di mortalità per cancro al seno più elevato rispetto alle donne bianche. Inoltre, le persone che mantengono livelli sufficienti di vitamina D durante e oltre il trattamento del cancro al seno hanno netti miglioramenti per la salute generale. (Leggi anche: Livelli elevati di vitamina D potrebbero ridurre davvero l’infezione da Covid, lo studio)

La ricerca

La maggior parte della ricerca sulla vitamina D si è concentrata sui tumori del colon-retto e della mammella. Gli studi hanno dimostrato che livelli ematici più elevati di vitamina D sono associati a un minor rischio di cancro del colon-retto, e ha una maggiore possibilità di sopravvivere in caso di cancro al seno.

Per livelli ematici più elevati di vitamina D si intende qualsiasi livello che soddisfi o superi il cut-off clinico “sufficiente” (≥30 ng/ml).

Secondo l’Office of Dietary Supplements del National Institutes of Health la carenza di vitamina D è inferiore a 20 ng/ml.

La vitamina D può combattere il cancro al seno? 

Non è propriamente così; secondo gli studi effettuati un’elevata quantità di vitamina D può avere effetti positivi e aumentare le probabilità di sopravvivere al cancro al seno, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima di giungere a qualsiasi conclusione sul ruolo della vitamina nell’esito del cancro.

Uno degli studi sulla vitamina D e il cancro al seno è stato il VITAL (Vitamin D and Omega-3) Trial, il più grande studio clinico randomizzato che ha testato la vitamina D per la prevenzione del cancro, e si è scoperto che l’integrazione comunque non andava a ridurre il rischio di sviluppare il cancro.

Integrazione di vitamina D

Gli esperti affermano che la maggior parte delle persone negli Stati Uniti consuma meno delle quantità raccomandate di vitamina D. Ciò può essere dovuto al fatto che i modi per ottenerla in modo naturale non sono molti; puoi assumere la vitamina D solo da pochi alimenti, oppure in alternativa ottenerla dall’esposizione al sole. (Leggi anche: Gli alimenti (vegetali e non) più ricchi di vitamina D)

Il National Institutes of Health elenca queste opzioni alimentari ricche di vitamina D:

  • olio di fegato di merluzzo
  • trota
  • salmone
  • funghi
  • latte e succhi fortificati
  • cereali fortificati

Ecco i gruppi di persone che potrebbero aver bisogno di integrazione:

  • donne in post-menopausa
  • uomini e donne che assumono steroidi a lungo termine
  • anziani (confinati a casa o in case di cura/vita assistita)
  • persone in attesa e che allattano
  • persone con malattia renale cronica
  • persone con malattia paratiroidea
  • persone con obesità

Qual è il legame tra la pelle scura e la vitamina D?

La maggiore concentrazione di melanina nella pelle scura riduce la formazione di vitamina D dall’esposizione al sole.

Infatti, è stato stimato che gli individui di colore hanno bisogno da 5 a 10 volte in più la quantità di esposizione al sole, per raggiungere gli stessi livelli di vitamina D nel sangue degli individui dalla pelle più chiara. Oltre al colore della pelle, però, la concentrazione di vitamina D dipende anche da altri fattori, come l’adiposità, la pigmentazione della pelle, i polimorfismi delle proteine ​​leganti la vitamina D e la genetica.

Se non sei sicuro di assumere abbastanza vitamina D, parla con il tuo medico e nutrizionista.

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