Primo giorno di scuola in Yemen, le immagini che ci sbattono in faccia l’orrore della guerra

Nello Yemen il primo giorno di scuola non è uguale a quello dei nostri bambini: in un Paese devastato dalla guerra manca di tutto.

Una ventina di bimbi seduti a terra, mura rotte da un lato e pareti inesistenti dall’altro, un probabile insegnante muove le mani a mo’ di spiegazione. Gli scatti di un fotografo yemenita ci mettono davanti a una realtà imbarazzante: il primo giorno di scuola, così come tutti gli altri, non è uguale per tutti i bambini del mondo. Per quelli che vivono nelle zone di guerra è una questione crudele di infanzia rapita.

Ecco cosa ci dicono le immagini di Ahmad Al-basha, fotografo per AFP, l’agenzia di stampa francese, che mostrano una classe di bambini al primo giorno del nuovo anno scolastico a Taez, la terza città dello Yemen, in un edificio che praticamente non c’è più a causa dell’attacco aereo dello scorso anno durante i combattimenti tra le forze governative sostenute dai sauditi e il ribelli Houti.

Questa guerra non sta solo distruggendo lo Yemen presente, ma anche il suo futuro”, avverte l’ONG yemenita Mwatana for Human Rights, denunciando l’impatto del conflitto sui bambini, che sono sempre più esposti in prima linea.

E di fatti, prima della guerra, il vecchio mercato Taez era affollato e pieno di artigianato. Oggi, a più di cinque anni dall’inizio dell’assedio della città da parte dei ribelli Houthi, ci si occupa piuttosto di proiettili e pistole.

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E i bimbi ne hanno a che fare praticamente tutti i giorni.

Il rapporto Onu

Un rapporto presentato a Ginevra in questi giorni denuncia una serie di crimini di guerra con accuse di stupro, violenza sessuale e violenza di genere commesse dalle parti coinvolte nella guerra civile dello Yemen.

Nel documento, resta chiaro che il governo yemenita e la coalizione saudita che lo sostiene, i ribelli Houti e i comitati popolari a loro affiliati siano stai finora impuniti. Eppure si parla di raid aerei, bombardamenti indiscriminati, atti di tortura, violenza sessuale, ostacoli agli aiuti umanitari e ricorso alla fame come metodo di guerra.

Cinque anni dopo l’inizio del conflitto, le violazioni contro i civili yemeniti continuano senza sosta, con totale disprezzo per la difficile situazione della popolazioni”, dice Kamel Jendoubi, alla guida del gruppo di esperti sullo Yemen che chiedono alle parti in conflitto di dire stop agli atti di violenza contro i civili e implora gli altri Stati di astenersi dal fornire armi che potrebbero essere utilizzate nel conflitto.

Nel rapporto, l’Onu sollecita il Consiglio per i diritti umani a rinnovare il mandato del gruppo di esperti e suggerisce di estenderlo per includere la raccolta di prove delle possibili violazioni e denuncia l’inerzia della comunità internazionale per porre fine a tali violazioni ed annuncia di aver compilato un elenco riservato di possibili sospetti di crimini di guerra, consegnato all’alto commissario Onu per i diritti umani.

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Germana Carillo

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