Sono 50 milioni i bambini sradicati dalle loro case (Rapporto Unicef)

Sono 50 milioni i bambini nel mondo che non vivono più al sicuro nelle loro case e tra le braccia dei loro genitori, di questi, oltre 28 milioni sono in continua fuga dai paesi in conflitto.

Sono 50 milioni i bambini nel mondo che non vivono più al sicuro nelle loro case e tra le braccia dei loro genitori, di questi, oltre 28 milioni sono in continua fuga dai paesi in conflitto.

Il nuovo Rapporto dell’Unicef “Uprooted: the growing crisis for refugee and migrants children””(Sradicati: la crisi sempre più grave dei bambini migranti e rifugiati), mostra ancora una volta, una panoramica di infanzia negata dalla guerra e dalla fame.

Milioni si spostano nella speranza di un futuro migliore e una vita più sicura. Il numero dei minori rifugiati è salito a 10 milioni, mentre 1 milione sono i richiedenti asilo, altri 17 milioni sono i piccoli sfollati rimasti ancora nei loro paesi d’origine.

“Immagini indelebili di singoli bambini – come il corpo riverso sulla spiaggia del bambino curdo Aylan o di Omran Daqneesh, stordito e con il volto insanguinato all’interno di un’ambulanza dopo che la sua casa era stata distrutta – hanno scioccato il mondo. Ricordiamoci però che la fotografia di ogni singolo ragazzo o ragazza, rappresenta milioni di altri bambini in pericolo”, ricorda il direttore dell’Unicef, Anthony Lake.

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Bambini con storie diverse che hanno in comune, il bisogno di assistenza umanitaria, che hanno imparato troppo presto cosa significa avere paura, un sentimento molto noto soprattutto a chi fugge da solo, per attraversare le frontiere. Come si legge nel Rapporto, nel 2015 sono stati oltre 100 mila i minorenni non accompagnati che hanno chiesto asilo in oltre 78 paesi, un numero triplicato rispetto al 2014.

“Rifugiati e migranti devono affrontare una serie di rischi che vanno dall’annegamento durante la traversata alla malnutrizione, dalla disidratazione fino al rapimento , lo stupro e nel peggiore dei casi l’ omicidio. Quando arrivano in altri paesi spesso affrontano discriminazioni e la xenofobia”, afferma il rapporto.

Adolescenti e bambini sono quindi esposti a continui pericoli perché privi di documenti e di identità. Bambini che a volte spariscono nel nulla e che provengono soprattutto da Siria e Afghanistan (il 45%).

La Turchia è, invece, lo Stato che ospita il maggior numero di rifugiati recenti e secondo l’Unicef, con ogni probabilità anche il maggior numero di minori rifugiati al mondo.

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In proporzione alla sua popolazione è però il Libano, il luogo dove un abitante su 5 è rifugiato, per capire meglio teniamo in considerazione che ad esempio in Gran Bretagna c’è un rifugiato ogni 530 persone e negli Stati Uniti uno su 1200.

“Vorremmo che tutti i Paesi si impegnassero a fornire misure concrete per questi bambini. La ripartizione non è giusta, perché tutti gli oneri li hanno o i paesi più vicini o dei paesi più poveri ha detto Justin Forsyth, vicedirettore esecutivo dell’Unicef.

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Unicef: 6 azioni per migliorare la tutela e l’aiuto per i bambini rifugiati e migranti

“Quale prezzo pagheremo tutti se non garantiamo a questi giovani un’istruzione e l’opportunità di vivere un’infanzia normale? Come potranno contribuire positivamente alla società? Se non potranno farlo, non solo non ci sarà futuro per loro, ma anche le loro società ne pagheranno il prezzo”, ammonisce Lake.

Il Rapporto suggerisce 6 azioni per migliorare la tutela e l’aiuto per i bambini rifugiati e migranti:
1) intensificare la protezione da violenze e sfruttamento dei minorenni rifugiati e migranti, in particolare di quelli non accompagnati;

2) porre fine alla detenzione di bambini che hanno chiesto asilo o che sono migranti introducendo una serie di soluzioni alternative;

3) tenere insieme le famiglie e garantire loro il riconoscimento legale;

4) offrire a tutti i minori migranti e rifugiati opportunità educative e l’accesso a cure sanitarie di qualità e ai servizi sociali di base;

5) promuovere la conoscenza delle cause alla radice dei movimenti di massa di rifugiati e migranti e interventi risolutivi;

6) combattere xenofobia, discriminazione e emarginazione.

Dominella Trunfio

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