Divisori tra i banchi, mascherine obbligatorie e severi controlli all’ingresso. Ecco com’è il ritorno a scuola in Cina

Un po' in tutta la Cina, progressivamente, stanno riaprendo le scuole. Le regole da rispettare e gli accorgimenti per evitare una seconda ondata sono molti

La Cina sta affrontando con estrema cautela il ritorno a scuola di bambini e ragazzi. Ecco quali sono le regole che tutti devono rispettare per evitare la diffusione di nuovi contagi.

Le province della Cina nordoccidentale, le meno colpite dall’emergenza coronavirus, hanno riaperto le scuole dopo che, per 30 giorni, non hanno registrato alcun nuovo contagio. Lo hanno fatto comunque con regole ben precise per evitare di ritrovarsi nuovamente in una fase di emergenza.

Quali sono le modalità di ritorno a scuola? I provvedimenti presi sono molti: innanzitutto i banchi che prima occupavano due compagni vicini ora sono diventati singoli, ciascuno è separato da una lastra di plexiglass, è obbligatorio indossare la mascherina e le classi vengono disinfettate dalle 3 alle 6 volte al giorno.

Sono previsti anche severi controlli di ingresso, gli studenti si mettono in fila per farsi misurare la temperatura con un termometro a infrarossi o termocamera e devono sempre rispettare le distanze sociali, oltre che lavare regolarmente le mani con i disinfettanti disponibili negli appositi dispenser.

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© Xinhua/imagoimages

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© China News Service

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© Reuters

A seconda delle singole scuole, i protocolli possono variare un po’, vi è ad esempio una scuola di Guang’an, città nella provincia del Sichuan, che ha deciso di far indossare agli studenti una visiera di plastica come quella dei medici.

Ieri vi avevamo parlato anche della scuola di Hangzhou che fa indossare ai suoi studenti degli originali e ampi cappelli che garantiscono che la distanza tra i piccoli sia sempre di 1 metro.

Dato che poi vi è preoccupazione per il contatto tra bambini e ragazzi nelle aree comuni come la sala mensa, alcuni centri hanno posizionato singole partizioni per separare i commensali. Altre scuole hanno preferito invece evitare le partizioni scegliendo di lasciare spazi aperti, delimitati dalla mancanza di sedie, in modo da mantenere le giuste distanze.

Si è scelto poi, un po’ come sta avvenendo nelle nazioni europee che hanno pianificato una riapertura delle scuole tra aprile e maggio, un ritorno alle aule progressivo. Città come Pechino o Shanghai, con una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti, riapriranno alcuni istituti lunedì prossimo in un progetto pilota di quattro giorni, e il resto dei centri li seguirà il 6 maggio. Quel giorno segnerà anche il ritorno alle aule di Wuhan, epicentro della pandemia, dove i pompieri sono incaricati di disinfettare a fondo gli istituti.

Insomma è chiaro in tutto il Paese l’intento di non correre rischi di una seconda ondata che potrebbe rovinare i risultati finora ottenuti.

Fonti di riferimento: BBC/ Diario Sur / Record China

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