Rientro a scuola in bilico a una settimana dall’inizio. In alcune Regioni si inizia a parlare di ottobre

Mancano davvero una manciata di giorni al ritorno a scuola. Ma le incertezze non sembrano diminuire col passare dei giorni

Mancano davvero una manciata di giorni al ritorno a scuola. Ma le incertezze non sembrano diminuire col passare dei giorni, anzi. In Campania si parla addirittura di far slittare l’inizio delle lezioni dopo le elezioni del 24 settembre, se non addirittura a ottobre.

Non c’è pace per gli studenti italiani, ancora ignari di ciò che li attenderà. Se l’inizio delle lezioni è stato fissato per il 14 settembre, tale data cambia da regione a regione. In Campania si parla addirittura di rinviare il ritorno a scuola di 2-3 settimana anche in vista degli appuntamenti elettorali del 24 settembre e delle elezioni comunali del 4 ottobre.

Secondo quanto rivelato da Anci Campania a La Repubblica, al momento le difficoltà sono così tante che si valuta anche un rinvio della riapertura delle scuole. La maggior parte dei sindaci della Regione è favorevole a uno slittamento: bambini e ragazzi potrebbero tornare in classe dopo le elezioni del 24 settembre, come inizialmente proposto anche dal governatore De Luca, o addirittura dopo il 28, se non i primi giorni di ottobre.

Tra le difficoltà lamentate da sindaci e presidi vi sono la mancanza di nuove aule, di banchetti monoposto che secondo il commissario Arcuri cominceranno ad arrivare in Campania intorno al 28 settembre, le igienizzazioni delle scuole obbligatorie una volta smontati i seggi elettorali. In quest’ultimo caso si tratterebbe di rifare il lavoro di disinfezione, raddoppiando anche i costi. Rientrando il 14 settembre, infatti, le scuole dovrebbero essere rip0ulite sia prima della campanella che dopo le elezioni, per garantire un rientro in sicurezza.

Per questo i sindaci hanno stilato  un documento, ieri all’attenzione del presidente dell’Anci Campania Carlo Marino, indirizzato al governatore De Luca e alla ministra Azzolina:

“Spostiamo in avanti questa scadenza, troppo importante perché la si affronti senza certezze”.

Caos anche sui test sierologici destinati al personale scolastico che, seppur non obbligatori, sono stati richiesti da molti insegnanti:

“Dal 24 agosto attendo che mi facciano il test, ma pare che non siano organizzati ”  ha raccontato la prof Anna Riccardi, della onlus Figli in famiglia.

Ritardi generali sulle riaperture

A lamentare disagi e possibili ritardi sulle riaperture sono anche i sindacati del Molise. A meno di una settimana dalla ripresa delle attività didattiche e a due settimane dall’inizio delle lezioni, le segreterie regionali FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA e SNALS Confsal hanno denunciato i gravi ritardi sulle attività che dovranno garantire il ritorno in classi in sicurezza:

“Se da una parte, a livello nazionale, abbiamo ribadito più volte l’insufficienza delle risorse volte a garantire organici adeguati e investimenti strutturali sull’edilizia scolastica, dall’altro a livello locale evidenziamo un grave ritardo sugli interventi di competenza degli Enti Locali. Per tutta l’estate abbiamo sollecitato Regioni, Province e Comuni a convocare delle Conferenze dei servizi per raccogliere le criticità e le proposte provenienti dalle scuole” lamentano i sindacati.

I dubbi e le criticità sono ancora tanti e vanno dai trasporti, che al momento hanno la situazione più allarmante all’edilizia scolastica, con spazi ancora insufficienti e non adatti a garantire il distanziamento.

“In conclusione ribadiamo una forte preoccupazione per l’enorme carico di responsabilità che rischia di essere scaricato sulle istituzioni scolastiche. Se non arriveranno per tempo adeguati organici aggiuntivi, se non termineranno gli interventi urgenti sull’edilizia scolastica e se non ci sarà una decisa svolta sui trasporti, le scuole avranno molte difficoltà ad organizzarsi per assicurare l’apertura il 14 settembre nel pieno rispetto dell’attuale protocollo sicurezza e delle indicazioni contenute nel Documento del Comitato Tecnico Scientifico, anche perché molte competenze non sono proprie” concludono i sindacati.

Intanto famiglie e bambini vivono in un limbo di incertezza.

Fonti di riferimento: La Repubblica, QuotidianoMolise,

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