In questo reparto maternità i genitori possono dormire in un letto matrimoniale e godersi insieme il neonato

A Grenoble i neopapà e le neomamme che hanno appena partorito dispongono di un'opportunità davvero unica: quella di dormire insieme in un letto matrimoniale all'interno di camera riservata del reparto maternità. Un modo perfetto per godersi al meglio, e fin dalle prime ore, il nuovo arrivato.

A Grenoble i neopapà e le neomamme che hanno appena partorito dispongono di un’opportunità davvero unica: quella di dormire insieme in un letto matrimoniale all’interno di una camera riservata del reparto maternità. Un modo perfetto per godersi al meglio, e fin dalle prime ore, il nuovo arrivato.

All’inizio di aprile nel reparto maternità del Groupe Hospitalier Mutualiste (GHM) di Grenoble sono stati montati due letti matrimoniali all’interno di due confortevoli camere che così possono ospitare al meglio le coppie di genitori arrivati nella struttura per far nascere i loro bambini.

Fanny Cavarec, la coordinatrice del progetto, ha dichiarato che l’intento è soprattutto quello di coinvolgere maggiormente i padri dopo la nascita del bambino. Nel reparto maternità di questa struttura circa l’80% dei papà sceglie di trascorrere la prima notte insieme alla mamma ma fino a pochi giorni fa i genitori avevano a disposizione solo un semplice letto singolo supplementare.

Adesso la situazione è ben diversa e decisamente più “casalinga” e confortevole. L’idea di far trovare ai neo genitori un letto matrimoniale pronto ad accoglierli è una soluzione semplice ma bellissima per farli sentire a loro agio, favorendo da subito il legame genitore-figlio e permettendo così all’ossitocina, l’ormone dell’amore, di fare al meglio il suo lavoro fin da subito.

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Magnifique nouvelle ! Des lits doubles parentaux à la maternité !!! Merci aux 130 donateurs qui ont participé à la campagne de financement participatif pour faire évoluer les consciences et donner ainsi toute la place à l’accompagnant dans les maternités. Plus de 7000 euro ont été collectés, nous avons donc pu acheter deux lits doubles dans lesquels les couples pourront se sentir comme à la maison et favoriser ainsi le lien parents enfants en permettant à l’ocytocine, hormone du lien et de l’amour, de continuer à faire son travail. #maternité #egalitehommefemme #grenoble #ocytocine #litsparentauxmaternite #accouchement #suitesdecouches #sagefemme #crowdfounding #financementparticipatif #papa

Un post condiviso da Maternité GHM Grenoble (@maternite_mutualiste_grenoble) in data:

Come ha dichiarato il personale ospedaliero, questi letti:

“faciliteranno le prime interazioni genitore-figlio, sia per i coniugi i cui momenti pelle a pelle saranno facilitati dai letti matrimoniali, quanto per le mamme la cui mobilità è ridotta dopo il parto e per trovare un supporto in questo periodo di cambiamenti”

Oltre a portare una maggiore serenità ai genitori, i letti matrimoniali offrono anche una visione più equa all’interno della coppia. Il papà ha infatti subito modo di accudire il bambino e avere le stesse responsabilità della mamma.

Le madri che in questi primi giorni hanno già potuto sperimentare i nuovi letti all’ospedale di Grenoble, si sono mostrate molto soddisfatte:

“Abbiamo avuto la possibilità di inaugurarlo con il nostro piccolo Marceau … Che gioia sentirsi a casa”, ha scritto una neomamma sulla pagina Facebook dell’ospedale.

Per finanziare questo nuovo progetto il GHM di Grenoble ha lanciato nel 2018 una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Kocoriko dove sono stati raccolti 7.400 euro.

In realtà l’idea dei letti matrimoniali nel reparto maternità, almeno in Francia, non è nuova. Esistono già in altri due reparti privati, quello del CHP St Grégoire e del La Croix du Sud Clinic.

Spesso alle mamme dopo il parto capita di sentirsi un po’ sole, doloranti e di non sapere subito gestire al meglio il neonato. Tra l’altro non tutti gli ospedali permettono ai neopapà di rimanere di notte. Non vi sembra questa una soluzione bellissima che dovrebbe essere disponibile in tutti i reparti maternità?

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Francesca Biagioli

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