Per questi bambini orfani, ballare è la migliore terapia per curare il loro doloroso passato #JerusalemaChallenge

La danza e la musica possono guarire? Certamente! Vi raccontiamo la storia dei bambini della casa famiglia Masaka Kids Africana.

La danza e la musica possono guarire? Certamente! Vi raccontiamo la storia dei bambini della casa famiglia Masaka Kids Africana.

Forse non avete partecipato al #JerusalemaChallenge, però è molto probabile che sì abbiate visto il video che tuttora conquista il cuore di tante persone nel mondo in cui i piccoli ballerini ugandesi Namubiru Nabirah e Kigundu Emmanuel, rispettivamente di sette e otto anni, insieme ai loro amici del progetto Masaka Kids Africana, ballano al ritmo di Jerusalema. Per i 24 bambini orfani ospitati in questa struttura, ballare è la migliore terapia e li ha aiutati a curare il loro doloroso passato.

Dietro il video virale di questi bambini, c’è una passione per la danza che va ben oltre il divertimento. Questi piccoli realizzano i loro sogni e vanno avanti lasciandosi alle spalle esperienze dolorose. La maggior parte di loro è stato abbandonato quando era molto piccolo. L’Uganda è uno dei paesi con il maggior numero di orfani al mondo, oltre 2,4 milioni di bambini non hanno genitori a causa dell’AIDS, della povertà estrema e dei decenni di conflitti civili. Namubiru è stato trovato in un bidone della spazzatura e Kigundu a vagare per la città di Kampala quando aveva solo due anni.

Grazie al progetto Masaka Kids Africana, oggi la vita di questi bambini è piena di speranza. Loro hanno imparato a sanare e lasciare indietro le brutte esperienze, saltellando e danzando energici nel cortile dell’orfanotrofio Masaka Kids Africana. Dietro questa bellissima iniziativa c’è Suuna Hassan, un giovane di 29 anni che ha lasciato il lavoro di elettricista per dedicarsi alla cura e alla protezione di questi bambini.

I bambini del Masaka Kids Africana in Uganda, con i loro meravigliosi balli, sono senza dubbio un grande esempio di tenacia e positività!

Jerusalema, l’inno di speranza

Come milioni di persone nel mondo, quando Namubiru e Kigundu si muovono sentendo Jerusalema, non lo fanno solo per il ritmo contagioso, ma anche per tutto ciò che questa canzone ispira loro. Gli artisti sudafricani Master KG e Nomcebo sono i creatori di questo successo cantato in lingua venda, che non conosce confini. Dietro la melodia e il calore di questo gospel, c’è un’esplosione dell’orgoglio delle loro radici africane e un messaggio di speranza.

Sebbene Jerusalema (Gerusalemme) sia il centro del testo, questa canzone, al di là dell’alone mistico religioso che la città possiede, ha rappresentato per molti un inno di speranza, soprattutto in questo periodo di pandemia. Una canzone di guarigione che rende felici le persone. Abbiamo visto i #JerusalemaChallenge di diverse persone, organizzazioni e aziende nel mondo. Perfino il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha incoraggiato a partecipare al fenomeno virale come un modo per esorcizzare lo sconforto.

In rete possiamo trovare migliaia di coreografie di questa canzone, ma nessuna trasmette tanta felicità come quella dei bambini del Masaka Kids Africana.

Fonte: Masaka Kids Africana / El País

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