Bambini sull’orlo del baratro (tra crisi climatica, Covid-19 e conflitti)

Oggi è la Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma non c'è niente da festeggiare

Oggi è la Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma non c’è niente da festeggiare.

I numeri parlano da soli: 400 milioni di minori vivono in aree di conflitto, 5,7 milioni di bambini sotto i cinque anni sono sull’orlo della fame, 258 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione. Più di 1 miliardo di bambini vive in aree ad alto rischio di inondazioni, grave siccità o altre minacce climatiche. Circa 60 milioni quelli che migrano, sono profughi o sfollati interni. 

Dietro queste cifre, si nascondono storie di piccole vite costrette a sofferenze che noi, nati nella parte fortunata del mondo, non potremmo neanche immaginare. Conflitti, povertà, fame e crisi climatica stanno spingendo milioni di bambine e bambini sull’orlo del baratro. I dati allarmanti sono stati diffusi da Save the Children in occasione della giornata che ricorda, oggi, la firma della Convenzione ONU dei Diritti dell’Infanzia, a oltre 30 anni dalla sua adozione. Fa eco anche l’Unicef, tracciando esattamente lo stesso quadro disastroso per i più piccoli e più vulnerabili del Pianeta.

Senza scuola

Oltre ad aumentare povertà e disuguaglianze all’interno di Paesi e comunità, questi fattori stanno esacerbando le disuguaglianze a livello globale. Già prima della pandemia, 258 milioni di bambini in tutto il mondo, un sesto della popolazione totale in età scolare, non avevano accesso all’istruzione[1] e oggi si stima che tra i 10 e i 16 milioni di bambini rischiano di non tornare mai più a scuola a causa delle conseguenze economiche del Covid-19 perché costretti a lavorare o a contrarre matrimoni precoci. Una recente ricerca di Save the Children ha infatti rilevato che in media, durante la pandemia, i minori dei paesi più poveri hanno perso il 66% in più di giorni di scuola rispetto ai coetanei che vivono nei paesi più ricchi.

Una condizione che peggiora per le bambine e le ragazze che nei paesi più poveri hanno perso, in media, il 22% in più di giorni d’istruzione rispetto ai loro coetanei maschi. Sono proprio loro, infatti, a pagare il prezzo più alto: ogni anno più di 22.000 bambine e ragazze muoiono durante gravidanze e parti che sono il risultato di matrimoni precoci, ovvero circa 60 ogni giorno, e si prevede che entro il 2030 altri 10 milioni di ragazze saranno costrette a sposarsi precocemente.

Senza casa

Anche la crisi climatica rappresenta un problema sempre più attuale ed è motore di disuguaglianze. Difatti, anche se l’86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei paesi più ricchi, i paesi più colpiti dalla crisi climatica sono quelli a basso e medio reddito e i bambini che vivono in queste aree e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione.

Nel 2020, 10 milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case a causa della crisi climatica, un numero destinato ad aumentare nei prossimi anni: ad oggi, nel mondo più di 1 miliardo di bambini vive in aree ad alto rischio di inondazioni, grave siccità o altre minacce climatiche. E mentre stiamo assistendo alle scene strazianti che arrivano dal confine tra Bielorussia e Polonia, dove tanti bambini e adolescenti vengono respinti e viene negata loro la protezione internazionale e l’aiuto di cui hanno bisogno, il fenomeno migratorio a livello globale continua ad aumentare. Nel 2020 sono stati 35,5 milioni i bambini migranti o rifugiati fuori dai propri paesi e altri 23,3 milioni gli sfollati interni. Un aumento di quasi 10 milioni di bambini rispetto al 2015.

Senza cibo e acqua

Come se non bastasse, il Pianeta sta affrontando la più grave emergenza alimentare del 21° secolo con livelli di fame e malnutrizione mai raggiunti prima, e centinaia di milioni di bambini ne stanno subendo le conseguenze. Sono circa 5,7 milioni i bambini sotto i cinque anni che sono sull’orlo della fame, oltre il 50% in più rispetto al 2019. Ogni anno muoiono oltre 5 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni e la malnutrizione continua a contribuire al 45% di questi decessi. Oltre 2 milioni di bambini muoiono dunque ogni anno anche a causa della malnutrizione, 1 ogni 15 secondi. Save the Children stima che entro pochi mesi, anche a causa del Covid-19, ulteriori 2,6 milioni di bambini saranno colpiti dalla malnutrizione cronica e circa 9,3 milioni di bambini vivranno i terribili effetti della malnutrizione acuta, un aumento di oltre il 6% in un periodo brevissimo. Entro i prossimi mesi salirà ad oltre 200 milioni il numero di bambini che soffriranno di malnutrizione.

Le città si illuminano di blu per ricordare i Diritti dell’Infanzia

Oggi diverse città italiane hanno deciso di tingersi di blu proprio per ricordare i Diritti dei Bambini e della Bambine: a Lodi si colorerà la famosa Torre Zucchetti, un grattacielo di 14 piani alto 60 metri; a Bergamo la Porta San Giacomo sulle mura venete della Città Alta; a Modena verrà illuminata la Fontana dei due Fiumi del Graziosi in Piazza Garibaldi mentre a Genova sarà issata sul Palazzo del Tribunale per i minorenni la bandiera dell’UNICEF e sullo sfondo, la Lanterna, simbolo della città, sarà illuminata di blu ad indicare la rotta sicura. Infine, anche a Firenze il Loggiato dell’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata e le porte storiche della città si illumineranno di blu, mentre a Torino verranno illuminate la Cupola della Cappella della Sindone, i Palazzi della Giunta Regionale, del Consiglio Regionale, di palazzo Civico e della Caserma dei Vigili del Fuoco.

Quando osserveremo questi edifici tingersi di blu, ricordiamoci come i meno responsabili di questa crisi stiano pagando il prezzo più alto.

Non possiamo voltarci dall’altra parte: un mondo che consente che vi siano bambini che muoiono perché non hanno acqua, cibo o cure mediche è un mondo ingiusto e di fronte a tutto questo dobbiamo agire, altrimenti saremo tutti responsabili. Eppure, alcuni decenni sono stati contrassegnati da importanti progressi in alcuni ambiti, come la lotta alla mortalità infantile, che ci dimostrano che è possibile invertire la rotta. Tutti però devono continuare ad impegnarsi, a partire dalla comunità internazionale, dai paesi donatori fino alle singole persone: siamo di fronte a un’emergenza e il mondo non può fingere che niente stia accadendo. Ad ogni bambina e ad ogni bambino deve essere garantito il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e ognuno di loro merita di ricevere un’educazione e di sentirsi protetto. Ognuno di quei bambini è figlio dell’intera umanità”, conclude Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.

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Fonte: Unicef/Save The Children
 
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