Ecolabel: quali sviluppi?

Molti consumatori si sono avvicinati al biologico e i più attenti hanno imparato a cercare e riconoscere i marchi e le certificazioni che contraddistinguono i prodotti bio e OGM free. Fra questi ultimi spicca il marchio comunitario di qualità ecologica, l'Ecolabel, il cui logo è rappresentato da un fiore

Se è vero che “noi siamo quello che mangiamo”, diventa importante avere il maggior numero d’informazioni possibile su quello che mettiamo ogni giorno nel nostro piatto: come e dove viene prodotto, quale impatto può avere sulla nostra salute. Puntando sulla qualità, molti consumatori si sono avvicinati al biologico e i più attenti hanno imparato a cercare e riconoscere i marchi e le certificazioni che contraddistinguono i prodotti “bio” e “OGM free”. Fra questi ultimi spicca il marchio comunitario di qualità ecologica, l’Ecolabel, il cui logo è rappresentato da un fiore.

Istituito nel 1992, esso è finalizzato a promuovere la scelta consapevole di quei prodotti definiti “ad elevate prestazioni ambientali” (quali biodiversità, consumo di energia, ripercussioni a livello di cambiamenti climatici, emissioni di sostanze pericolose, produzione di rifiuti). Lo scorso 27 febbraio il Parlamento europeo ha adottato in commissione agricoltura una relazione sullo sviluppo dell’agricoltura biologica – il cui mercato europeo ha un incremento annuo del 30% – e, grazie alla collaborazione del comitato dell’Unione europea per il marchio di qualità ecologica (CUEME), è stato adottato un regolamento volto ad aggiornare e al tempo stesso semplificare le disposizioni sul marchio stesso, ossia stabilendo criteri specifici per tutti i gruppi di prodotti e agevolando la procedura per la richiesta e l’assegnazione dell’Ecolabel. Il PE, inoltre, chiede un miglioramento dei sistemi di controllo dei paesi membri per permettere la tracciabilità di filiera durante tutto il ciclo di produzione; anche gli operatori dei paesi terzi dovranno ottenere una sorta di “lasciapassare” da un’autorità dell’UE.

La scelta bio dell’Europa si era già concretizzata nel 2004, quando la Commissione europea presentò un documento dal titolo “Piano d’azione europea per un’agricoltura e cibo biologici“. Nel 2007 il PE aveva proposto che i prodotti bio fossero completamente “OGM free”, abbassando anche la soglia di contaminazione accidentale; inoltre aveva stabilito che lo stesso logo comunitario dovesse essere utilizzato solo per quei prodotti composti da almeno il 95% di sostanze biologiche. Ora, mentre si avvicina la nuova scadenza elettorale (6-7 giugno 2009), l’agricoltura biologica è stata riconosciuta come uno dei temi chiave delle prossime elezioni, come si evince accedendo al sito creato appositamente per l’evento. La stessa Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo rurale ha creato uno spazio interamente dedicato all’agricoltura bio. “Se il settore biologico deve continuare a crescere – scrive Mariann Fischer Boel, commissario per l’agricoltura, nella presentazione del sito – i potenziali consumatori e l’opinione pubblica in generale devono comprendere perché questo settore è diverso, e come funziona. Solo allora potranno avere fiducia nei prodotti biologici, nei loro metodi di coltivazione e nel logo biologico UE“. Se vogliamo modificare il nostro stile di vita, possiamo iniziare da una spesa fatta naturalmente.

 

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