La strana e rara sindrome che colpisce alcuni bambini un mese dopo l’infezione da coronavirus

I pediatri di tutta Europa ormai hanno stabilito il legame tra coronavirus e sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini

A lanciare l’allarme per prima era stata l’Inghilterra dove i pediatri avevano segnalato, già all’inizio della pandemia, un aumento sospetto di casi di bambini affetti da una sindrome infiammatoria mutisistemica (MIS-C), molto simile alla malattia di Kawasaki. È passato più di un anno e i pediatri di tutta Europa confermano la correlazione tra coronavirus e MIS-C. Fortunatamente si tratta di una sindrome molto rara.

Era l’aprile scorso e, come sappiamo, il coronavirus si era diffuso già in tutta Europa e nel mondo. In Gran Bretagna scatta l’allarme dei pediatri: una nuova sindrome correlata al Covid-19 si stava diffondendo tra alcuni bambini, tutti risultati positivi al coronavirus o con anticorpi che testimoniavano una presenza del virus nell’organismo.

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Quella che all’inizio era solo un’ipotesi di correlazione tra Covid-19 e sindrome infiammatoria multisistemica (molto simile alla rara malattia di Kawasaki e all’inizio confusa con essa), ha trovato una conferma in uno studio effettuato a Bergamo. Anche in Italia infatti si notava un aumento sospetto di casi nei bambini.

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Guardate la nostra intervista a Rossella Massaro, cofondatrice di Rari ma Speciali, l’associazione di riferimento sulla Malattia di Kawasaki.

A circa un anno dai primi casi di coronavirus in Europa, i pediatri di diversi paesi tra cui appunto Gran Bretagna, Francia ma anche Spagna confermano la presenza di questa sindrome, associata proprio ai casi di coronavirus.

All’inizio si pensava che potesse essere la classica malattia di Kawasaki, successivamente si è capito che si trattava di una nuova condizione correlata al SARS-CoV-2. Era un insieme di segni e sintomi piuttosto che una malattia specifica, quella che i medici chiamano appunto “sindrome”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la nuova malattia a maggio dopo i casi registrati nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Francia e in Italia, da allora si è iniziato a parlare di Pediatric Multisystemic Inflammatory Syndrome (MIS-C, nel suo acronimo in inglese).

Questa sindrome è la più grave complicanza pediatrica correlata al coronavirus registrata in questa pandemia e la principale causa di ricovero in terapia intensiva dei bambini. Secondo i pediatri spagnoli, è dopo circa quattro o sei settimane dall’infezione da coronavirus che si verifica (per fortuna raramente) un’infiammazione generalizzata che può attaccare i polmoni, il fegato, gli occhi, il cervello e persino il cuore.

Finora, i medici stanno trattando questa sindrome con corticosteroidi.

“Ora che sappiamo cosa stiamo affrontando, non appena stabiliamo un collegamento con il coronavirus iniziamo ad applicare il trattamento e la risposta è molto rapida, con un netto miglioramento in sole 12 ore” ha spiegato al  El País, Alberto García-Salido, pediatra in terapia intensiva dell’Ospedale Niño Jesús di Madrid.

La sindrome multi-infiammatoria sistemica (MIS-C) in Italia

Da uno studio presentato al Congresso straordinario digitale della SIP, è emerso che in Italia sono stati 149 i casi registrati nei bambini durante la prima ondata epidemica (dal 1 febbraio al 31 maggio 2020). Si trattava nello specifico di 53 bambini affetti da sindrome multi-infiammatoria sistemica (MIS-C) e 96 affetti da malattia di Kawasaki classica (quindi non associata al coronavirus).

Lo studio specifica che i bambini affetti da sindrome multi-infiammatoria sistemica, rispetto a quelli affetti da malattia di Kawasaki classica, avevano 5 tratti caratteristici:

  • età media più alta (intorno ai 7 anni)
  • maggior probabilità di avere necessità della terapia intensiva pediatrica
  • maggiore necessità di un sostegno ventilatorio
  • maggior probabilità di manifestare sintomi atipici per la Kawasaki come problemi gastro-intestinali e polmonari e maggior probabilità di avere miocardite o insufficienza cardiaca

La ricerca ha coinvolto circa 200 pediatri in tutto il territorio nazionale e, di fatto, ha confermato la correlazione tra SARS-CoV-2 e sindrome multi-infiammatoria sistemica. Questa, come ha dichiarato in un’intervista Marco Cattalini (Università degli Studi di Brescia), autore dello studio:

“probabilmente è una caratteristica molto particolare di manifestazione del Covid-19 in età pediatrica. Mesi fa la avevamo chiamata Kawasaki perché alcune caratteristiche sono quelle che già conoscevamo di questa malattia” 

Fortunatamente secondo lo studio, in Italia non ci sono stati decessi dei bambini legati a questa patologia. Inoltre, rassicura Andrea Taddio, consigliere del Gds di Reumatologia della SIP e professore associato di Pediatria all’Università di Trieste, coautore dello studio:

“Parliamo sempre di numeri molto piccoli, sappiamo già che il Covid-19 in età pediatrica è relativamente raro, i bambini si ammalano in genere di una malattia paucisintomatica e quasi mai hanno bisogno di un ricovero, la sindrome multi-infiammatoria sistemica che di fatto è una complicanza legata al virus è comunque una complicanza rara

Fonte: Società Italiana di Pediatria / El País

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