Solo e in una stanza ‘lager’ della scuola: la triste scoperta della mamma di un bimbo disabile

Era tornata a scuola del figlio senza preavviso e si è ritrovata ad assistere a uno spettacolo davvero triste. Alessio era rinchiuso in una sorta di lager, come lo definisce la donna, perché disabile. Una crudeltà che non ammette spiegazioni. Così la mamma ha lanciato un appello sui social, chiedendo che il nome di Alessio venga virtualmente urlato, affinché vengano riconosciuti i suoi diritti

Era tornata a scuola del figlio senza preavviso e si è ritrovata ad assistere a uno spettacolo davvero triste. Alessio era rinchiuso in una sorta di lager, come lo definisce la donna, perché disabile. Una crudeltà che non ammette spiegazioni. Così la mamma ha lanciato un appello sui social, chiedendo che il nome di Alessio venga virtualmente urlato, affinché vengano riconosciuti i suoi diritti.

Mentre si parla di introdurre la felicità come materia scolastica, la situazione di questa scuola di Roma ci porta lontani anni luce da questa prospettiva.

La donna si è ritrovata nel giro di pochi istanti a fare i conti con una realtà molto dura, ignara delle condizioni in cui si ritrovava il figlio alla scuola elementare di Casalpalocco.

L’aula di sostegno del bambino in realtà era ridotta a una sorta di magazzino con fogli, borse e giacche gettate in disordine su una scrivania, in cui si trova anche una piccola stufa e dei materassini gialli appoggiati a un muro.

La foto trasmette un grande senso di solitudine e di tristezza che supera il disordine e l’abbandono di quella stanza.

In mezzo a questo caos, la mamma ha ritrovato il piccolo Alessio, seduto sulla sedia a rotelle. Un’immagine che l’ha toccata nel profondo ma che ha deciso di condividere, per chiedere che i diritti e le necessità del bambino vengano rispettati.

Tanti i commenti e i messaggi di solidarietà che la donna ha ricevuto su Facebook: “Ci sono più di 300 messaggi privati che devo leggere nella mia bacheca …risponderò a tutti….sono commossa per le vostre parole e per il vostro sostegno” ha scritto.

Una scena davvero toccante, che mostra quanto la scuola italiana in questo caso abbia raschiato davvero il fondo.

Francesca Mancuso

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