Migliaia di bambini somali in fuga a piedi da locuste e inondazioni, non hanno più cibo

Sono 150.000 bambini in fuga con le loro famiglie a causa delle inondazioni e degli sciami di locuste che stanno devastando la Somalia

Sono 150.000 bambini in fuga con le loro famiglie a causa delle inondazioni e degli sciami di locuste che stanno devastando la parte meridionale della Somalia.

Hanno perso i loro mezzi di sostentamento e soffrono di insicurezza alimentare, con un forte rischio di aumento di casi di malnutrizione.

@OCHA

Le piogge intense e irregolari delle ultime settimane hanno inondato per la terza volta in appena nove mesi oltre 33.000 ettari di terreni agricoli.

Dalla fine di giugno oltre 40 villaggi nel sud-ovest della Somalia, che ospitano migliaia di bambini, sono stati inondati. Secondo le Nazioni Unite, nella sola regione di Shabelle circa 15.000 persone sono state sfollate il 14 e 15 luglio, quando l’area è stata colpita dalle acque.

“Siamo estremamente preoccupati per la situazione a Hirshabele e negli Stati del sud-ovest, in cui famiglie e bambini affrontano la fame, con il rischio che i tassi di malnutrizione salgano alle stelle. Le alluvioni ricorrenti e irregolari, che colpiscono queste regioni, hanno causato il fallimento delle colture, mettendo gravemente a repentaglio la produzione di cibo nutriente sufficiente per i bambini. Le alluvioni e le acque tranquille sono, inoltre, un terreno fertile perfetto per le zanzare, il che comporta preoccupazioni per possibili focolai di malaria. Alla preesistente crisi in Somalia, tra insicurezza alimentare, malnutrizione minorile, conflitti e sciami di locuste, si aggiungono le inondazioni che stanno mettendo a rischio la vita dei bambini. Sono necessarie ulteriori risorse per affrontare questa crisi” ha affermato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia.

Questo sta avendo un impatto devastante sulla vita di migliaia di minori, invisibili agli occhi del mondo ancora una volta.

E dall’altra parte anche il coronavirus sta bussando alle porte dell’Africa.

Fonte: Save The Children/Ocha

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