Autosvezzamento: cos’è e come metterlo in pratica

Autosvezzamento, ne avete mai sentito parlare? L’autosvezzamento viene chiamato anche alimentazione complementare a richiesta. Nell’autosvezzamento a partire dai 6 mesi di vita del bambino il latte materno resta l’alimento principale, ma i piccoli iniziano a condividere il pasto con i genitori, scegliendo di assaggiare ciò che preferiscono o da cui sono più attirati.

Autosvezzamento, ne avete mai sentito parlare? L’autosvezzamento viene chiamato anche alimentazione complementare a richiesta. Nell’autosvezzamento a partire dai 6 mesi di vita del bambino il latte materno resta l’alimento principale, ma i piccoli iniziano a condividere il pasto con i genitori, scegliendo di assaggiare ciò che preferiscono o da cui sono più attirati.

La differenza principale tra svezzamento classico e autosvezzamento è subito evidente. Nell’autosvezzamento, di base, non si utilizzano omogeneizzati o altri alimenti già pronti dedicati allo svezzamento classico. Si cerca invece di avvicinare i bambini a poco a poco allo stesso tipo di pasto che mangiano i grandi. Facendo molta più attenzione, però, agli ingredienti e a seguire un’alimentazione più sana da parte di tutta la famiglia.

Ecco perché con l’autosvezzamento molto probabilmente a cambiare non sarà soltanto l’alimentazione del bambino ma anche quella dei genitori. L’autosvezzamento definisce un “nuovo” modo di introdurre i cibi solidi nella dieta del bambino che piano piano impara a conoscere i cibi degli adulti, assaggiando i cibi che si trovano sulla tavola.

Pensiamo ai bambini che non amano gli omogeneizzati e le pappe tipiche dello svezzamento classico e al momento in cui la mamma si ritrova di fronte ad un bimbo che non ha nessuna intenzione di finire ciò che ha nel piatto. Questo problema con l’autosvezzamento non si presenta. Il bambino, infatti, non rifiuterà il cibo semplicemente perché sarà lui a scegliere ciò che vorrà assaggiare. L’OMS consiglia di aspettare fino al sesto mese prima di iniziare lo svezzamento e anche l’autosvezzamento si allinea con questo suggerimento.

Il decalogo dell’autosvezzamento

1) Attendere che il bambino compia i 6 mesi di vita prima di iniziare l’autosvezzamento.

2) Lasciare il bambino libero di toccare, annusare e assaggiare i cibi che si trovano sulla tavola.

3) Non imporre al bambino di mangiare un determinato alimento.

4) Appena il bambino mostra curiosità verso il cibo dei grandi, provare a fargli assaggiare un alimento solido o semisolido.

5) Sminuzzate o tritate gli alimenti in modo che per il piccolo sia più facile assaggiarli.

6) Attendere fino ad un anno prima di proporre al bambino alimenti che rischiano di provocare allergie, come uova, latte vaccino e pesce.

7) Preparare piatti a base di frutta e verdura fresca e di stagione.

8) Portare in tavola cibi sani e colorati che possano attirare l’attenzione del bambino.

9) Ridurre l’utilizzo di sale e di zucchero raffinato. Ne gioverà anche la salute dei genitori.

10) Rispettate l’autonomia del bambino e osservate la sua capacità innata di gestire la propria alimentazione.

Naturalmente i genitori dovranno comunque fare la massima attenzione al comportamento del bambino, che potrà sedersi a tavola con loro durante il pranzo e la cena. In particolare il bambino potrebbe portare alla bocca pezzi di cibo troppo grandi per lui. In questo caso ricordate sempre di tagliare gli alimenti a pezzettini come suggerito dal decalogo dell’autosvezzamento.

Alcuni genitori potrebbero avere paura del rischio di soffocamento. Il bambino in ogni caso non viene lasciato da solo a tavola e come nello svezzamento classico è sempre sotto il controllo dei genitori. Ogni pediatra dovrebbe insegnare ai genitori le manovre base per il pronto intervento. Vi potrebbe essere utile, per una maggiore tranquillità, guardare un video dedicato a come proteggere i bambini dagli incidenti domestici e a come soccorrerli.

L’ideale per tranquillizzare i genitori sarebbe l’essere seguiti da un pediatra che approvi l’autosvezzamento. Alcuni pediatri sono ancora molto legati allo svezzamento classico, ma questo approccio all’alimentazione dei bambini si sta via via diffondendo anche in Italia e dunque sia i genitori che gli esperti del settore farebbero bene ad approfondire questo argomento per comprendere quali siano i reali benefici dell’autosvezzamento per la crescita del bambino.

Con quali cibi iniziare l’autosvezzamento

Ora molto probabilmente sarete curiosi di sapere con quali cibi iniziare l’autosvezzamento. Il consiglio in questo caso, se si pensa ad un bambino di 6 o 7 mesi, è di prendere in considerazione cibi che possano essere afferrati con le mani, suddivisi in pezzettini, che non siano né troppo duri né troppo morbidi.

Tra i cibi consigliati per iniziare l’autosvezzamento troviamo carote a bastoncino, fiori di broccoli lessati o al vapore, fagiolini, fusilli interi, fette di frutta come pesca, albicocca, pera e melone, pezzi di pane che siano però facili da ingerire, facendo soprattutto attenzione al tipo di mollica.

Tra i cibi che sarebbe meglio evitare, almeno all’inizio, quando il bambino è ancora piccolo e deve abituarsi alla novità, troviamo olive, acini d’uva, frutta troppo matura, formati di pasta troppo grandi. I cereali in chicco e il riso sono ammessi se al bambino piace essere imboccato.

Per ricevere maggiori informazioni sull’autosvezzamento potete consultare le pagine di Autosvezzamento.it, la community italiana dell’alimentazione complementare a richiesta, e la relativa pagina Facebook.

Guardate il video della naturopata Stefania Gangemi con i consigli per uno svezzamento naturale.

Marta Albè

Fonte foto: walmartimages.ca

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