Assegno unico per i figli, qual è l’ISEE che deve essere presentato?

Al via da qualche giorno la possibilità di presentare domanda per l'assegno unico per i figli, ma qual è l'ISEE che deve essere presentato?

Al via da qualche giorno la possibilità di presentare domanda per l’assegno unico per i figli, ma qual è l’ISEE che deve essere presentato?

L’assegno unico per i figli è un beneficio economico messo in campo dal Governo per sostenere le famiglie con figli a carico. Al momento della domanda è auspicabile anche la presentazione del valore ISEE, che permette di commisurare il beneficio economico sulla base del reddito del nucleo familiare: il modello ISEE non è necessario per ottenere l’assegno, ma non presentarlo vuol dire ottenere il valore minimo del beneficio economico (ovvero 50 euro per ogni figlio a carico).

L’ISEE presentato deve essere quello in corso di validità, quindi relativo all’anno 2022 (si ricorda che l’ISEE scade al 31 dicembre, quindi quello relativo al 2021 non è da ritenersi valido per la presentazione della domanda). Proprio in vista della presentazione della domanda per questa agevolazione, CAF e patronati sono stati intasati di richieste di ISEE per il 2022, pertanto si prevedono tempi lunghi per l’ottenimento del documento e, conseguentemente, per la presentazione della domanda – che va effettuata in forma telematica attraverso il portale dell’INPS o, in alternativa, sempre rivolgendosi al patronato.

Il beneficio entrerà in vigore a partire dal prossimo marzo, proprio per dare alle famiglie la possibilità di aggiornare il proprio ISEE e presentare la domanda, ma in ogni caso non c’è un termine fissato entro cui dover presentare la domanda per usufruire dell’assegno. Quindi, non è necessario fare pressione sui patronati per ottenere l’ISEE – anche perché l’INPS specifica che per le domande pervenute entro il 30 giugno 2022 saranno riconosciuti anche gli arretrati delle mensilità non percepite. Possiamo affermare, allora, che c’è tempo ancora fino alla fine del mese di giugno per presentare la domanda e non perdere il diritto alle mensilità spettanti con decorrenza da marzo.

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Fonte: Agenzia delle Entrate

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