Depressione post partum: le mamme che partoriscono in inverno e in primavera sono meno a rischio

Sembra che le mamme che partoriscono nei mesi invernali o primaverili siano avvantaggiate, almeno per quanto riguarda il rischio di soffrire di depressione post-natale o depressione post-partum. A sostenere questo è un nuovo studio americano..

Sembra che le mamme che partoriscono nei mesi invernali o primaverili siano avvantaggiate, almeno per quanto riguarda il rischio di soffrire di depressione post-natale o depressione post-partum. A sostenere questo è un nuovo studio americano.

Noto da tempo, ma ancora oggi non completamente conosciuto e accettato, è il fenomeno della depressione che subentra in alcune neomamme poco tempo dopo il parto, complice lo scombussolamento ormonale, le difficoltà di ritrovare il proprio equilibrio in famiglia, gli scarsi aiuti, il tanto tempo trascorso da sola con il bebè, il poco tempo da dedicare a se stessa, ecc.

Il fenomeno, noto anche con il nome di baby blues, sembra però essere più frequente nelle mamme che partoriscono in autunno o in estate piuttosto che in quelle che stringono tra le braccia per la prima volta il proprio bambino in inverno o in primavera. Questi i risultati di una ricerca, condotta presso il Brigham & Women Hospital di Boston, che ha analizzato i registri medici relativi a 20.169 donne che hanno partorito tra giugno 2015 e agosto 2017. Sul totale, 817 donne (il 4,1%) ha sofferto di depressione post-partum.

Si sfata dunque il mito che le temperature rigide e le giornate più corte possano favorire un umore basso e soprattutto una scarsa vita sociale. Al contrario i ricercatori ritengono che gli amici e la famiglia abbiano maggiori probabilità di vedersi e aiutare la neomamma, sia a livello concreto che psicologico, quando il tempo è più freddo. L’inverno è una stagione in cui, indipendentemente dalle nuove nascite, si trascorre molto tempo in casa e si invitano più spesso familiari e amici.

Al contrario gli impegni sociali di solito prendono il sopravvento nei mesi estivi e le neomamme potrebbero sentirsi intrappolate in casa non potendo trascorrere molto tempo fuori come magari desidererebbero. La primavera in questo senso è ancora una stagione intermedia che può favorire le uscite ma anche la vita sociale delle mamme alle prese con un neonato.

Come ha dichiarato il dottor Jie Zhou a capo della ricerca:

“La letteratura ha collegato la depressione postpartum alla vitamina D. Il suo deposito può esaurirsi in pochi mesi senza una corretta integrazione o esposizione al sole”.

I ricercatori hanno scoperto anche altri fattori che influenzano la depressione postnatale quali: la durata della gravidanza, aver fatto o meno l’epidurale e l’indice di massa corporea (BMI). Le donne che hanno partorito prematuramente hanno maggiori probabilità di soffrire di depressione, lo stesso vale per le donne più in carne. Anche non aver fatto l’epidurale durante il parto aumenterebbe il rischio.

C’è da dire che comunque circa il 10% delle donne sperimenta un certo grado di ansia o depressione dopo la nascita. I sintomi includono tristezza, irrequietezza e mancanza di concentrazione. I ricercatori sono convinti che la depressione postnatale in genere proviene da una combinazione di cambiamenti ormonali, adeguamenti psicologici alla maternità e stanchezza. E in che modo influisce la stagione di nascita?

“L’influenza della stagione sull’incidenza della depressione postnatale può essere dovuta a una maggiore cura e ad un supporto psicologico da parte di altre persone in condizioni climatiche difficili”

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Diciamo che con il sostegno della famiglia e, al bisogno con l’aiuto di un professionista, ogni donna può superare un iniziale momento di difficoltà e prendersi cura al meglio del nuovo arrivato e di se stessa (indipendentemente dalla stagione!).

Francesca Biagioli

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