Giornata mondiale contro lo sfruttamento dei minori: diamo voce ai bambini che nessuno protegge

Si celebra il prossimo 12 giugno, come ogni anno, la Giornata mondiale conto il lavoro minorile per sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che rimane troppe volte sommerso, le cosiddette “schiavitù moderne”, bambini costretti a lavorare piuttosto che andare a scuola o giocare.

Si celebra il prossimo 12 giugno, come ogni anno, la Giornata mondiale conto il lavoro minorile. Promossa dall’Onu, l’obiettivo della giornata rimane sempre quello: sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che rimane troppe volte sommerso, le cosiddette “schiavitù moderne”, bambini costretti a lavorare piuttosto che andare a scuola o giocare.

Sono più di 100 milioni oggi i bambini “lavoratori” nel mondo. Di questi, la maggior parte ha una mansione in industrie pericolose, dove non solo il rischio fisico è, per ovvie ragioni, immediato, ma sono anche maggiormente esposti a condizioni di grave sfruttamento.

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Il progetto di Fao e Ilo

Non solo industrie pericolose: i minorenni sono sfruttati anche in altri ambiti come l’agricoltura. È per questo che la Fao e l’International Labour Organisation (Ilo) si sono rivolte agli imprenditori agricoli per sensibilizzarli sull’importanza dei problemi del lavoro minorile, lanciando un corso e-learning indirizzato ai responsabili delle politiche agricole, agli sviluppatori di programmi in ambito agricolo e ai ricercatori perché si prendano misure di contrasto al lavoro minorale nei loro progetti per lo sviluppo del settore.

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Per raggiungere l’obiettivo della Fame zero dobbiamo anche raggiungere quello del lavoro minorile zero – afferma il direttore generale della Fao José Graziano da Silva nel video qui sotto. Il lavoro minorile è certamente una questione complessa e non può essere affrontato da soli. Abbiamo bisogno di partner forti dove ciascuno porta esperienza e risorse al tavolo”.

Terres des Hommes e i bambini siriani

Tra i bambini rifugiati siriani si è registrato un drammatico incremento dello sfruttamento sul lavoro. È questa la denuncia di Terre des Hommes, l’organizzazione presente in Siria e nei paesi limitrofi, che ha verificato sul campo l’aumento dei casi di bambini costretti a lavorare, come riporta nel reportWe Struggle to Survive” (Ci sacrifichiamo per vivere) presentato in occasione proprio della Giornata Mondiale contro il lavoro minorile 2016.

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La ricerca – Il nuovo studio di Terre des Hommes sullo sfruttamento dei bambini siriani ha coinvolto tutte le organizzazioni della Federazione Terre des Hommes attive in Medio Oriente e le associazioni locali che danno assistenza ai bambini rifugiati e alle loro famiglie in Siria, Libano, Giordania, Iraq, Turchia, Grecia. All’indagine hanno partecipato direttamente 97 bambini e ragazzi lavoratori, dagli 8 ai 18 anni (86 siriani e 11 iracheni), che hanno dato la loro testimonianza in 10 “focus group” svolti tra marzo e aprile 2016. Oltre il 50% ha confessato di lavorare più di 7 ore al giorno, il 33% lavora 7 giorni su 7. E, cosa ancor più drammatica, è che alcuni di loro avevano solo 5-6 anni quando hanno iniziato a lavorare.

Le disperate condizioni di vita dei siriani dopo cinque anni di conflitto stanno spingendo sempre più minori ad accettare qualsiasi lavoro, anche quelli più pesanti o pericolosi”, dichiara Raffaele Salinari, Presidente di Terre des Hommes.

Nei campi, nei cantieri, nei ristoranti e nei negozi, nelle fabbriche e negli allevamenti, ma anche a mendicare per strada o costretti a vendere fiori o qualsiasi altro tipo di mercanzia. Non giratevi dall’altra parte… e la sfera imprenditoriale in primis non dovrebbe fare finta di niente… Giù le mani dai bambini!

Germana Carillo

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