Bonus bebè 2015: pubblicato in Gazzetta, ecco chi e come farne richiesta

E' stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 2015 il decreto attuativo che permette alle famiglie italiane di presentare le domande per avere diritto al bonus bebè

Il bonus bebè 2015: è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.83 del 10 aprile 2015 il decreto attuativo che permette alle famiglie italiane di presentare le domande per avere diritto al beneficio.

Una volta pubblicato, il bonus potrà essere attivo tra 2 settimane, il tempo concesso all’Inps per predisporre i moduli attraverso cui sarà possibile farne richiesta.

Per poter presentare la domanda del bonus bebè bisognerà fare riferimento al nuovo ISEE 2015, e non al reddito lordo familiare, e quindi recarsi prima presso un Caf abilitato e presentare la richiesta della dichiarazione sostitutiva unica (Dsu).

Cos’è e a chi è destinato – Il bonus bebè è un contributo economico mensile destinato ai genitori di figli nati o adottati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017. Verrà erogato fino al compimento del terzo anno di vita (o di permanenza in famiglia) del bambino e a poterne usufruire sono le famiglie o le singole mamme il cui ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non sia superiore ai 25 mila euro annui. In tal caso si ha diritto a ricevere 960 euro all’anno, distribuiti in rate da 80 euro al mese. Se l’ISEE è al di sotto dei 7 mila euro annui, il bonus raddoppia, ovvero 160 euro al mese per un totale di 1.920 euro all’anno.

Ricordatevi che il bonus non scatta in automatico, ma per riceverlo dovrete farne esplicita richiesta all’INPS di vostra competenza territoriale entro 90 giorni dalla nascita del bambino. Il contributo viene erogato a partire dal mese di nascita (o adozione) del bimbo. Se si presenta la richiesta dopo i 90 giorni, il bonus decorrerà dal mese in cui viene effettuata, perdendo le mensilità precedenti.

Contenti? Sarà pure una bella mossa, ma noi ci vediamo sempre del marcio. Diciamocela tutta, la differenza è tangibile tra un Paese che sostiene le nascite, la cui politica, cioè, è volta a contrastare la tendenza delle giovani donne a non fare figli, e un Paese che invece usa questi bonus per fini elettorali.
In Germania ogni bambino/a riceve un contributo di 184 euro al mese indistintamente dal reddito dei genitori; in Francia una famiglia dal reddito medio con un neonato e un bimbo all’asilo nido può ricevere un contributo di quasi 7mila euro; in Austria lo stato versa per i primi tre anni 105,40 euro al mese per figlio a carico fino ad arrivare fino 152,70 euro al mese per ogni figlio fino all’età di 19 anni. Andiamo avanti?

Insomma, visto con gli occhi delle mamme europee, il bonus di Renzi lascia il tempo che trova. Idea: e se eliminassero le pensioni d’oro e si distribuisse il reddito a tutti i nascituri? Sai che futuro roseo, se il nostro fosse quello di un Paese non destinato ad essere popolato solo da anziani…

Germana Carillo

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