L’Asilo nel Bosco: il nido che educa i bambini all’aria aperta

Nella campagna di Ostia Antica, vicino a Roma, da questo mese prenderà il via l'esperienza dell'Asilo nido nel bosco, per la prima volta anche per i piccoli italiani, sulla base del modello educativo dell'asilo nido nel bosco nato in Danimarca negli anni '50

Come dovrebbe essere l’asilo ideale? Di fantasia, di colori e odori, di scarpe sporche e di mani all’opera. In poche parole in un bosco. È questa l’idea che sta mettendo radici in Italia grazie all’intuizione dei fondatori dell’Emilio, il primo asilo in Europa dove i piccoli possono stare senza pannolino già dai primi mesi di vita, e l’associazione Manes.

Così, nella campagna di Ostia Antica, vicino a Roma, da questo mese prenderà il via l’esperienza dell’Asilo, per la prima volta anche per i piccoli italiani, sulla base del modello educativo dell’asilo nido nel bosco nato in Danimarca negli anni ’50 e adottato poi in molti altri Paesi europei, come la Svizzera, l’Austria e il Regno Unito. Si tratta di un vero progetto pedagogico rivolto ai bambini dai 2 ai 6 anni, grazie al quale la giornata scolastica si svolge prevalentemente all’aria aperta, tra esperienze dirette e il gioco.

COME FUNZIONA – Il segreto sta nelle poche e semplici regole comuni e in un’unica fondamentale regola: crescere nella natura (e non badare alle mani sporche). Le educatrici, e gli educatori (uomini!), stanno attorno ai bimbi ma li lasciano liberi. Liberi di esprimere la loro autonomia, esplorare, scoprire. Liberi di essere bambini, insomma, quelli che devono anche correre e urlare, arrampicarsi su un albero (o almeno cercare di farlo) e tuffarsi in una pozzanghera. Perché tanto “non esiste il brutto tempo, ma solo i vestiti sbagliati!”. Logico no? E semplice come bere un bicchiere d’acqua. Semplice come imparare le regole e i tempi della natura, e il rispetto per essa, osservando.

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Gli assi portanti di questo approccio – spiegano le educatrici – sono l’autonomia del bambino, intesa non tanto come abilità a esercitare senza aiuto esterno una qualsiasi attività, quanto come gusto e piacere nell’esplorazione e nella scoperta autonoma; il movimento, l’esplorazione e la curiosità: il primo in quanto bisogno fondamentale per la crescita di ogni bambino, la seconda come scoperta del mondo che presuppone la vita all’aria aperta, la terza in quanto motore della scoperta nonché attitudine individuale di ciascun bambino, mortificata dal sapere che ciascuna giornata scolastica è spesso identica alle altre. Ci sono poi l’educazione ambientale basata sul rispetto che il bambino avrà della natura, in quanto spazio ludico e il gioco come veicolo didattico e strumento importate sia nel momento dell’osservazione che in quello della progettazione didattica.

Differenze dagli obiettivi posti dal Ministero della Pubblica Istruzione nelle Indicazioni per la scuola dell’infanzia? Gli educatori dell’Asilo nel Bosco hanno voluto accentuare alcuni aspetti che “paiono mortificati in una tipica giornata scolastica di un bambino italiano“. In primo luogo ci si riferisce a una buona relazione affettiva educatore-bambino e per questo motivo il rapporto è 1 a 10 circa contro 1 a 25 consigliato dalla legge. E non solo. L’asilo nel bosco ha il principale obiettivo di consentire al bimbo di esplorare il mondo attraverso il suo corpo e incuriosirlo.

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Beh, di fatto, resta un mistero il perché la scuola pubblica in Italia sia ferma ai blocchi di partenza.

In Germania è stato calcolato che questo modello di scuola costa circa l’80% in meno di un istituto pubblica tradizionale – afferma il coordinatore Paolo Mai –. Anche in Italia il risparmio potrebbe essere considerevole, soprattutto per quel che riguarda i costi della struttura. Se il pubblico adottasse questa metodologia, le risorse accantonate potrebbero garantire a un maggior numero di bambini l’accesso alle scuola pubblica, riducendo di gran lunga le liste d’attesa. Per questo stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa con il ministero, la regione, il comune, il X municipio di Roma, l’università di Roma Tre e il corpo forestale perché l’asilo nel bosco possa essere convenzionato con la pubblica. L’intento, a lungo termine, è quello di diffondere questa metodologia attraverso un processo formativo a tutte le regioni d’Italia il cui territorio è, per sua natura, l’aula didattica più bella e stimolante che si possa avere.

Un Paese bello come il nostro davvero potrebbe diventare pioniere di un simile metodo. Aprendo a un mondo migliore gli occhietti già vispi dei nostri esploratori in erba.

Fonte Foto: Facebook

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