Schiavitu’ minorile: aiutiamo Kalawati, mamma di bimbi che lavorano nelle fornaci. La petizione al governo indiano

Vittime di schiavitù sessuale, lavoro forzato o servitù domestica. Lavorano 7 giorni su 7, con turni massacranti. Sono i bambini indiani, che il parlamento domani potrebbe salvare se approvasse una legge contro il lavoro minorile nel Paese. Firmiamo la petizione per chiederglielo

Con l’ultimo neonato della famiglia attaccato suo fianco, Kalawati, nome di fantasia per proteggere l’identità di questa donna indiana, sveglia ogni mattino il marito, la figlia di sei anni e il figlio di otto per la prima colazione, una piccola manciata di riso a testa. Sono le 3:15 di mattina. Il pasto non è in grado di soddisfare la fame di nessuno, ma tutti i figli di Kalawati mangeranno un’altra volta soltanto alle 13.00.

Non si stanno dirigendo a scuola: la famiglia sta per iniziare la giornata di lavoro di 18 ore presso la fornace di mattoni, prima che il sole sorga. Tutti loro, bambini compresi, dovranno trasportare secchi d’acqua per creare il fango necessario a fare i mattoni, mettere il composto negli stampi, impilare i mattoni, scavare il suolo per i mattoni del giorno successivo. Alla fine della giornata, i piccoli si lamenteranno per il mal di schiena, mentre Kalawati suggerirà loro di provare a camminare un po’per alleviare il dolore, pur sapendo che non funzionerà .

Il racconto della giornata di Kalawati è una storia vera, uguale a quella di milioni di altre famiglie, i cui bimbi lavorano ovunque, dalle da cave di pietra alle fabbriche di tappeti, passando per le risaie. E non è nemmeno il più cruento, tra le infinite possibili torture nella vita di un bambino schiavo in India. Ci sono giorni in cui vengono picchiati, giorni in cui sulla loro testa, come minaccia, i proprietari dei forni faranno dondolare mattoni infiammati per spaventarli e sottometterli. Giorni in cui verranno violati. Il tutto sotto gli occhi dei genitori, disperati ma impotenti.

Vittime di schiavitù sessuale, lavoro forzato o servitù domestica. Lavorano 7 giorni su 7, con turni massacranti. Finiscono per essere colpiti di lesioni invalidanti, disturbi respiratori e dolori cronici, senza considerare gli aspetti psico-sociali. Questi bambini sono spesso lasciati analfabeti e afflitti da problemi di salute, il che mette a rischio anche la possibilità di trovare un lavoro diverso una volta raggiunta l’età adulta. Così, sono destinati a rimanere schiavi a vita.

Eppure, il Parlamento indiano potrebbe agire per rendere diversa la tipica giornata di questi bambini lavoratori, rendendo i soprusi e le fatiche solo un lontano ricordo, per sempre . Venerdì 6 settembre, in vista delle elezioni, verrà votata una serie di progetti di legge, tra cui la “Child and Adolescent Labour Abolition Bill”, ovvero la legge per l’abolizione del lavoro minorile, che vieterebbe l’ impiego di bambini sotto i 14 anni di età, introdurrebbe pene severe per i trasgressori e prevederebbe il monitoraggio dei casi sospetti di schiavitù infantile.

In questo momento, spiega Walk Free, un movimento contro uno dei più grandi mali del mondo, la schiavitù moderna, che aveva già denunciato la presenza di minerali “inseguinati” nelle consolle Nintendo, lancia un appello per dar voce a tutte le donne come Kalawati e ai loro figli, soprattutto perché ora i rappresentanti delle istituzioni stanno prestando più che mai attenzione a ciò che gli elettori hanno da dire per portare dalla loro parte i prossimi risultati elettorali. Kalawati non avrà la possibilità di parlare per i suoi figli, ma noi possiamo chiedere al Parlamento indiano di far passare la legge che metterebbe fine alla schiavitù dei bambini indiani.

Per firmare la petizione di Walk free clicca qui

Roberta Ragni

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