Dopo settimane di paura la Cina torna a respirare. A Wuhan chiudono gli ospedali provvisori realizzati proprio per gestire il gran numero di ricoverati a causa del coronavirus. Ieri è stato chiuso il più grande dopo che l’ultimo paziente è tornato a casa guarito.
Per settimane è stata al centro delle cronache di tutto il mondo ma adesso Wuhan si avvicina lentamente alla normalità. La città è stata l’epicentro del contagio ed è stata messa in ginocchio dall’epidemia di coronavirus.
Per gestire l’elevato numero di persone contagiate e bisognose di cure mediche, la città ha aperto ben 16 ospedali provvisori ma ormai le strutture sono quasi tutte chiuse dopo le dimissioni degli ultimi pazienti fuori pericolo.
La notizia arriva insieme a quella del forte calo di nuovi casi in tutta la provincia di Hubei, in cui si trova Wuhan, ma rimane alta l’allerta. Numeri alla mano, per la prima volta dal 24 gennaio ci sono meno di 200 nuove infezioni da Covid-19.
Sono cifre impressionanti quelle che riguardano la risposta della città all’emergenza sanitaria. In una manciata di giorni sono stati allestiti 16 ospedali temporanei, che hanno aggiunto a quelli esistenti – 5000 – altri 13.000 posti letto.
Da adesso in poi, i nuovi pazienti saranno assegnati prima agli ospedali designati e, solo in caso di necessità, verranno riaperti quelli provvisori. Oggi i numeri sono esigui: i nuovi contagiati sono circa 40, l’aumento più lieve dal 20 gennaio.
Si respira aria di normalità in Cina, dove anche le scuole sono prossime alla riapertura, dove si ritorna al lavoro. Anche se è presto per cantare vittoria, l’emergenza fa sempre meno paura.
In Italia rischiamo il collasso
Numeri e notizie che fanno riflettere visto che in questo momento in Italia ciò che si teme di più è che i nostri ospedali non riescano a reggere la pressione a causa della mancanza di strutture adeguate. Se il numero di persone che hanno bisogno di ricovero in terapia intensiva continuerà ad aumentare, i medici si troveranno a operare scelte drammatiche.
Per questo l’invito è quello di rimanere in casa il più possibile, limitando le uscite ai casi di stretta necessità in modo da evitare la diffusione del virus.
Fonti di riferimento: Reuters
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