La vitamina D protegge dal coronavirus. La conferma in uno studio americano

Un nuovo studio condotto negli Stati Uniti conferma che una carenza di vitamina D espone maggiormente al coronavirus

Si torna a parlare della vitamina D e dei possibili effetti benefici di tale sostanza nei confronti di Covid-19. Questo in seguito ai risultati di un nuovo studio che ne conferma le potenzialità.

In questi mesi sono stati diversi gli studi che hanno analizzato il ruolo della vitamina D come fattore protettivo nei confronti del coronavirus. Secondo precedenti ricerche, questa sostanza sarebbe in grado di ridurre la gravità dei sintomi e il rischio mortalità nel caso si contragga il virus.

Ma c’è stato anche uno studio italiano che si è spinto ancora oltre, ritenendo addirittura che questa vitamina potesse avere un ruolo terapeutico nei confronti della malattia.

A questi si aggiunge adesso uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Open Network, che sostanzialmente conferma quanto ipotizzato da altri: la vitamina D è in grado di proteggere dal coronavirus.

Per arrivare ad affermare questo, gli scienziati del Dipartimento di Medicina e del Centro per la salute e le scienze sociali dell’Università di Chicago (Illinois), coordinati dal professor David O. Meltzer, hanno analizzato le cartelle cliniche di alcuni pazienti.

Si trattava di circa 489 persone (soprattutto uomini di età media 49,2 anni) di cui erano noti i livelli di vitamina D dell’anno precedente rispetto a quando si erano sottoposti al tampone per  Sars-coV2 (il 15% del campione era poi risultato positivo).

I pazienti sono stati divisi in tre gruppi principali: probabilmente carenti di vitamina D; probabilmente con livelli adeguati di vitamina D e incerti. Grazie ad analisi statistiche si è notato che il rischio di positività al coronavirus era superiore di 1,77 volte per il gruppo probabilmente carente di vitamina D.

Bisogna specificare però cosa intendeva lo studio per carenza di vitamina D. Veniva considerata tale la condizione di quei pazienti le cui analisi  rilevavano una concentrazione di 25-idrossicolecalciferolo inferiore a 20 ng / mL o di 1,25-diidrossicolecalciferolo inferiore a 18 pg / mL.

Gli scienziati affermano poi che:

“è stato riscontrato che il trattamento con vitamina D riduce l’incidenza di infezioni virali delle vie respiratorie, specialmente nei pazienti con carenza di vitamina D”

Nelle conclusioni dello studio si sostiene la necessità di ulteriori studi randomizzati per confermare l’influenza positiva di questa sostanza nei confronti del nuovo virus.

Fonte: Jama Network

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